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A Silvia
Renzo Zenobi

Silvia
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Parole che si usano solo dopo cena

(Renzo Zenobi) 

 

Con occhi di lana pervinca e una fronte
troppo alta per non guardare il sole in faccia,
mi hai chiesto una spiaggia d'inverno ai tuoi passi
gli amanti ridevano piano alle spalle,
e i minuti come anni crescevano dietro stivali.

Cercavo alfabeti nuovi per la mia voce
le parole correvano come fumo veloce,
e nella mia battaglia: Elixir di gioia pura
rimanevano sorrisi e qualche raggio per la luna,
guardando nel dolore di strada conoscevi te stesso.

E quanto avrei dato per lavare i tuoi occhi
poi al centro di un fiocco di neve lontano
salire su due cavalli a dondolo alti
alle cime di alberi per i cuori e le frecce,
poi riscendi e ti passa la voglia
la tua tigre ti offre i suoi artigli.

Come acqua di un vaso raccoglie la forma
modellavo il mio corpo più simile al vostro,
ma inutile urlare quando il vento è più alto
meglio correre fuori a curare illusioni,
camminare nel sole più basso e regalargli i pensieri.

Le mie cento frecce non le metto più da tempo
il buffone ha gettato i suoi songali nel fossato
e i mie fallimenti oggi profumano gli armadi
i ricordi li regalo a chi ha gli occhi troppo chiari,
chi di noi questa sera fumando in silenzio
e con l'anima gonfia di pace avrà ancora da dire;
forse l'estate.