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A Silvia
Renzo Zenobi

Silvia
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Canzone ad un fiore

(Renzo Zenobi)

 

Perdonami se non dirò cose grandi

se qualche parola cadrà sulla strada,

ma in fondo al sentiero di illusioni spezzate

sorride quel sole che scalda le case

che asciuga la schiena del mio povero amore.

 

La mia mente stanca di volare e cercare

un fiore più dolce o un colore migliore,

riposa tranquilla fra le pieghe della mano

di un uomo modesto che coltiva il suo pane

di un giovane malato in un letto lontano.

 

E l'ultima volta che ho detto qualcosa

gridavi alle stelle la tua incomprensione

e adesso la pioggia è diventata di neve

e adesso capire è più dolce di urlare;

le torri lontane della mia saggezza

hanno tegole rotte e bisogno di affetto

e le donne cantano piegate alla terra

il tramonto le guarda tornare agli sposi

una donna cammina vestita all'amore

e una maschera dolce nasconde una grotta

al posto del cuore.

 

Che buffo ascoltare i pensieri del vento

e tu con la paura di mangiare da sola

la chiesa lontana ha un organo d'argento

ma le note non volano più alte del soffitto

ne faranno al più presto uno d'oro più bello.

 

A te che mi ascolti fiore strano di bosco

a te umile mano senza anelli e bracciali,

racconto i sentieri bagnati di sudore

le strade infinite che portano persone

uccelli di cartone precedono il tempo,

cavalcano lenti sulle ali del vento.