Il genitivo familiare
Ogni tanto mi diverto tantissimo a “tradurre” espressioni della lingua napoletana ai miei cari amici toscani.
Ultimamente i vocaboli più usati, diffusissimi anche in rete, sono “Fratm” e “McFratm”, quest’ultimo termine coniato ex-novo dal napoletanissimo Pasquale Mazzocchi per chiamare il suo compagno di squadra, quel Scott McTominay, purosangue scozzese, nominato miglior giocatore della Serie A e che è stato determinante nella vittoria del 4 scudetto azzurro: idealmente è ormai il fratello adottivo di tutti i tifosi napoletani sparsi per il mondo.
Partiamo innanzitutto su come andrebbero realmente SCRITTI. Oggi le giovani generazioni napoletane (a cui va dato il merito di portare avanti oralmente la tradizione linguistica, dato che non si studia a scuola) fanno confusione su come si scrive una parola, ad es. scrivono una parola proprio come si pronuncia, “Fratm”, mentre correttamente andrebbe scritto “Fratemo” (significa “mio fratello”). La fonte classica grammaticale a cui faccio riferimento sono le poesie di Totò, le commedie di Eduardo e i testi delle canzoni classiche napoletane e quelli di Pino Daniele, sicuramente l’ultimo poeta in lingua.
Passiamo ora all’analisi GRAMMATICALE, forse la più divertente. Come la lingua inglese che ha il genitivo sassone per indicare il possesso di qualcosa, ad es. Mario’s garden = Il giardino di Mario, il napoletano ha il suo particolare "genitivo", oserei definirlo "familiare", riferito infatti esclusivamente alla cerchia familiare più stretta, usato solo alla prima e seconda persona singolare!
Esempi: Fratemo (mio fratello) e Frateto (tuo fratello); Sorema (mia sorella) e Soreta (tua sorella), Patemo (mio padre) e Pateto (tuo padre), Mammema (mia madre) e Mammeta (tua madre), Gnorema (questa è difficile: mia suocera) e Gnoreta (tua suocera), Cognatema (mio cognata) e Cognateta (tua cognata) e così si potrebbe continuare con tutti i gradi di parentela!
Insomma, una ricchezza grammaticale unica e davvero originale!
Antonio Pezzullo
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