Gli scritti di Antonio Pezzullo
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Il Santuario etrusco-romano di San Casciano dei Bagni
Foto tratte liberamente dalla rete
Le ricerche archeologiche degli ultimi anni in Italia hanno portato alla luce due scoperte sensazionali!
La prima, avvenuta nel 2022, è stata quella del Santuario votivo etrusco-romano situato nel comune di San Casciano dei Bagni in Toscana, mentre la seconda è stata la scoperta della Tomba del Cerbero avvenuta nel 2023 nell’antica Liternum, oggi facente parte della frazione Lago Patria nel comune di Giugliano in Campania.
In questa prima “pillola archeologica” parliamo della scoperta di San Casciano dei bagni, in provincia di Siena, dove nel 2022 sono state riportate alla luce ben ventiquattro statue in bronzo ritrovate in un antico santuario votivo etrusco-romano, denominato Bagno Grande, costruito nelle acque di un’antichissima sorgente termale, di cui la zona è particolarmente ricca.

L’eccezionale stato di conservazione, all’interno dell’acqua calda della sorgente, ha permesso di preservare persino le originali iscrizioni in etrusco e/o latino che furono incise sulle statue, alte mediamente circa un metro, che rappresentano delle divinità. Si stima che furono forgiate tra il II e il I secolo a.C. cioè in quel particolare periodo storico di transizione tra la Toscana etrusca e la Toscana romana. Nonostante i numerosi conflitti in corso tra i due popoli, il santuario del Bagno Grande era un luogo di pace, dove le nobili famiglie etrusche e romane dedicavano assieme le statue votive all’acqua sacra. Dalle iscrizioni sappiamo che si trattava di un santuario interregionale, i fedeli venivano anche dalle regioni limitrofe.

Gli studiosi hanno compreso che le statue inizialmente si posizionavano sul bordo esterno della grande vasca sacra, venivano ancorate nei blocchi di travertino per poi essere depositate sul fondo: si trattava di una deposizione rituale, mediata con la divinità. Questi atti votivi proseguirono poi fino al IV secolo d.C. con la deposizione anche di migliaia di monete (in argento, bronzo e oro). Solo agli inizi del V secolo d.C. con la diffusione di massa della religione cristiana, il santuario venne smantellato e chiuso. Oltre all’acqua termale, l’altro elemento fondamentale che ha determinato la conservazione di questo tesoro archeologico è stata la (buona) volontà degli uomini di allora di non distruggere il grande “tesoro sacro” nella vasca ma di seppellirlo attraverso la copertura con grosse tegole, al di sopra delle quali vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto. In questo modo, quell’antico luogo di culto venne dimenticato per tanti secoli, fino alla fortunata campagna di scavi archeologici del 2022, che ha riportato alla luce il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana, proprio 50 anni dopo il ritrovamento (nel 1972) dei celebri “bronzi di Riace”, ritenuta la più grande scoperta statuaria in bronzo ritrovata in Italia.

Le statue sono state in parte già restaurate e già si è pensato alla loro collocazione definitiva, attraverso la creazione di un museo nazionale a San Casciano con annesso parco archeologico. Nel frattempo, alcune di queste stupende statue in bronzo sono state mostrate al pubblico in anteprima mondiale nella recente mostra inaugurata al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), tra i più ricchi al mondo per le sue straordinarie collezioni d’antichità greco-romane.

Insomma, l’eccezionale scoperta di queste statue o anche frammenti di esse, che raffigurano le antiche divinità venerate in quel luogo sacro assieme agli antichi dedicanti, sta riscrivendo la storia dell’antica arte di lavorare la statuaria in bronzo dell’età etrusca e romana.
Antonio Pezzullo
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