Gli scritti di Antonio Pezzullo
|
|
ISAAC ASIMOV - Il “grande padre” della Fantascienza
Il 6 aprile del 1992 moriva a 72 anni, nella città di New York, lo scrittore e scienziato Isaac Asimov, uno dei giganti della letteratura fantascientifica nonché divulgatore scientifico di fama mondiale. La sua scomparsa addolorò tutti gli appassionati di fantascienza (in inglese Science Fiction, abbreviata SF). Se da molto tempo essa non veniva più ritenuta una “letteratura di serie B”, il merito principale era dovuto proprio all’opera di questo straordinario autore e alle sue fantasmagoriche visioni futuristiche su mondi lontani, robot e intelligenze artificiali, realtà virtuali e distopie.
Il mio “incontro” con il grande scrittore avvenne all’epoca in cui ero studente all’ultimo anno delle scuole medie. All’inizio dell’anno scolastico ero andato in libreria a ritirare i libri di scuola. Mentre attendevo la lunga fila, fui attratto da un libro sugli scaffali che aveva la copertina di un’astronave spaziale. Incuriosito, lo aprii e lessi la presentazione composta da queste indimenticabili parole: «Non siete ancora entrati nel magico mondo extragalattico che affascina milioni di lettori in tutto il mondo? Ecco l’occasione giusta per un ingresso trionfale, con quello che universalmente viene considerato una pietra miliare, il “classico dei classici” della fantascienza».
Ebbene, appena racimolai i soldi necessari, ritornai subito in quella libreria e lo comprai senza indugio, con i complimenti (e un piccolo sconto) del libraio, dato che ero stato, a suo dire, l’acquirente più giovane che ricordava per quel genere di libri!
In effetti, quella prefazione aveva pienamente ragione: da quel giorno entrai – in maniera trionfale - in un mondo così fantastico che non l'avrei mai più lasciato!
BIOGRAFIA E OPERE
Isaac Asimov nacque nel 1920 a Petrovich, un piccolo villaggio russo ai confini con la Bielorussia. Quando aveva solo tre anni, la sua famiglia d’origine ebraica emigrò negli USA.
Sin da piccolo, il giovane Isaac passava molto tempo nel negozio di famiglia, che vendeva giornali e dolciumi nel quartiere di Brooklyn a New York. A scuola subito mostrò il suo interesse per le materie letterarie e scientifiche.
A nove anni scoprì, tra le riviste del negozio, un mensile di fantascienza (nata da pochi anni) e chiese il permesso al padre di leggerlo. Nacque così una passione che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Oltre alla SF, tra le sue letture preferite c’erano i romanzi storici ed i libri gialli, come quelli famosi di Agatha Christie. Tutte queste queste letture giovanili influenzeranno non poco le sue future opere.
All’età di undici anni iniziò a scrivere per hobby e alcuni dei suoi primi racconti furono pubblicati nel giornale scolastico della sua scuola superiore.
A diciannove anni scrisse Naufragio al largo di Vesta che divenne il suo primo racconto ad essere pubblicato su di una rivista specializzata di fantascienza, Amazing Stories. Anche se accolto freddamente dalla critica, fu invece apprezzato dai lettori: col tempo è diventato una pietra miliare dei classici racconti di SF.
Agli inizi degli anni ‘40 Asimov iniziò a scrivere una serie di racconti che vennero pubblicati sulle due maggiori riviste di SF dell’epoca: formeranno il nucleo iniziale dei suoi cicli narrativi più famosi, quello dei Robot e della Fondazione.
Nel 1941 scrisse il racconto Notturno, che ancora oggi gli specialisti ritengono il più grande racconto di SF di tutti i tempi.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale venne arruolato anche se non in compiti di combattimento e questo rallentò la sua produzione letteraria. Finita la guerra, si laureò in Biochimica e cominciò un dottorato all'università di Boston.
Negli anni ‘50 scrisse i primi romanzi del ciclo dell’Impero, il primo romanzo lungo Abissi d’acciaio del ciclo dei robot, una serie di romanzi per ragazzi con protagonista "Lucky Star, il vagabondo dello spazio", ambientati sui vari pianeti del sistema solare. Un altro romanzo a sé stante fu La Fine dell’Eternità, dove la tematica dei viaggi nel tempo con i suoi complicati paradossi temporali venne rielaborata in maniera originale, con una prospettiva simile ad una seduta di psicoanalisi.
Negli anni ‘60 e ‘70 abbandonò momentaneamente la produzione di racconti e romanzi fantascientifici dedicandosi alla stesura di numerosi libri di divulgazione scientifica, tra cui numerosi testi di chimica, fisica e astronomia. La scelta fu operata soprattutto per motivi economici: era più facile vendere questo tipo di libri che romanzi fantascientifici.
Grazie alle sue innate capacità di spiegare e farsi comprendere molto bene dai suoi lettori, in questi due decenni divenne uno dei più grandi autori di successo in tema di divulgazione scientifica. Nei suoi numerosi saggi, il grande scrittore trattava vari argomenti che andavano ben oltre il didascalico, come la teorizzazione dell'esistenza di vite extraterrestri o una forte denuncia sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Altri temi trattati da Asimov furono la possibilità di viaggi interstellari e le sue previsioni a breve-medio-lungo termine sul futuro dell'umanità.
In questo periodo Asimov scrisse solo due romanzi di fantascienza: Viaggio allucinante e Neanche gli Dei. In quest’ultimo romanzo l’autore lancia un messaggio di come la scienza rischia di essere travolta dagli interessi politici e di potere che mettono in secondo piano i rischi che ne conseguono.
Scrisse anche alcuni gialli, generalmente di tipo deduttivo, tra cui quelli appartenenti al ciclo dei Club dei Vedovi Neri, una serie di racconti caratterizzati da sottile umorismo e trovate originali.
Negli anni ’80 ci fu una nuova svolta. La fantascienza ritornò di moda grazie ai successi di film come Blade Runner, E.T., Star Trek, Star Wars, Dune, ecc. Su insistenza della sua casa editrice (Doubleday), spinto dalle sempre più pressanti richieste dei lettori, ritornò a scrivere SF e nel 1983 pubblicò L’Orlo della Fondazione, un romanzo che riprese e sviluppò il maestoso affresco galattico della trilogia della Fondazione.
Subito dopo scrisse il terzo romanzo del ciclo robotico: I Robot dell’alba.
Tra il 1985 e il 1988 uscirono altri romanzi celebri come il quarto romanzo del relativo ciclo I Robot e l’Impero, nonché gli ultimi due dell’altro celebre ciclo: Fondazione e Terra, Preludio alla Fondazione.
E’ proprio in questi anni di grande intensità letteraria che Asimov concepisce un’idea progettuale ardita, ossia quella di collegare in un solo grande affresco narrativo i tre filoni principali del suo visionario futuro, che cronologicamente sono così sistemati: Il ciclo dei Robot, il Ciclo dell’Impero e il Ciclo delle Fondazioni.
Un progetto che continuerà fino alla fine dei suoi giorni, con l’ultimo romanzo, Fondazione anno Zero, pubblicato postumo subito dopo la sua scomparsa, dovuta ad un arresto cardiaco a seguito delle conseguenze dell'Hiv. Aveva contratto il terribile virus da una trasfusione di sangue subita anni prima, durante un'operazione di bypass cardiaco, come rivelò sua moglie solamente dieci anni dopo la sua scomparsa.
Isaac Asimov è oggi unanimemente considerato come il padre della fantascienza, insieme ad altri pochi autori come Arthur C. Clarke e Robert A. Heinlein. L'astrofisico e divulgatore scientifico Carl Sagan, uno dei fondatori del progetto SETI di ricerca di vita intelligente extraterrestre, ha altresì definito Asimov come "il più grande divulgatore dei nostri giorni".
I TRE GRANDI CICLI NARRATIVI
Nel 1985, in un celebre articolo pubblicato su una rivista fantascientifica, Asimov spiegò quali fossero i tre filoni su cui, a partire da quando scrisse il racconto “Notturno” nel 1941, aveva costruito la sua carriera di scrittore fantascientifico: «pressappoco nello stesso periodo trovai tre idee di primaria importanza, ciascuna delle quali è stata poi portata da me sfruttata fino in fondo. Erano: 1) una galassia totalmente abitata dall’uomo; 2) la psicostoriografia; 3) le tre leggi della Robotica».
Queste tre grandiose idee hanno creato un affresco visionario futuristico di grande potenza, che ha affascinato tante generazione di lettori ed appassionati.
1) IL CICLO DEI ROBOT
E’ il filone narrativo che ha reso celebre il nome di Asimov in tutto il pianeta, insieme a quello della Fondazione. Probabilmente il ciclo dei Robot è quello più eclettico e mostra ancora oggi tutta la sua vitalità con i suoi 8 libri, realizzati nell'arco di oltre quarant'anni.
All’interno del ciclo dei Robot, occorre fare un’ulteriore distinzione: ci sono i racconti brevi ed i romanzi.
In senso stretto, il ciclo dei Robot riguarda solo 4 romanzi, che in ordine cronologico e di sequenza sono i seguenti: Abissi d’acciaio, Il Sole nudo, I Robot dell’alba, I Robot e l’Impero.
Tuttavia, non si può iniziare a leggere i romanzi se prima non si sono letti i celebri racconti sui robot, di cui la maggior parte furono scritti prima dei romanzi. L’ordine cronologico dei 4 libri di racconti è il seguente: I Robot, Il Secondo libro dei Robot, Antologia del Bicentenario, Tutti i Miei Robot.
Quest’ultimo libro però è una mega raccolta che, accanto ad alcuni racconti inediti, contiene la maggior parte dei racconti pubblicati nei precedenti tre libri.
Lo stesso Asimov indicò quest’ultima lettura come la raccolta dei racconti fondamentali al continuum della "storia futura".
I racconti hanno tra i protagonisti la robot-psicologa Susan Calvin oppure due collaudatori Powell e Donovan della multinazionale che li produce e sono caratterizzati da un tono ironico anche se spesso le trame sono dei veri e propri racconti gialli, finalizzati a risolvere i motivi che provocano il blocco del funzionamento del robot, dovuto spesso al sorgere di un conflitto tra le tre leggi.
Invece i romanzi sono basati su trame poliziesche a sfondo fantascientifico. Nei primi tre romanzi il protagonista è Elijah Baley, un investigatore terrestre che indaga su strani omicidi. Lo aiuta un suo collega R. Daneel Olivaw, dove la R sta a significare robot, che prenderà il posto di Elijah come protagonista dell'ultimo libro del ciclo, la cui azione è ambientata in un futuro più lontano rispetto ai primi tre libri.Il personaggio di R. Daneel Olivaw è anche l'anello di congiunzione con il Ciclo della Fondazione, dove il robot umanoide compare nei suoi romanzi iniziali e finali.
Le tre Leggi della Robotica
Prima di Asimov, nella letteratura fantascientifica i robot erano sempre stati di due tipi: o erano visti come una “minaccia” perché all’improvviso si ribellavano all’uomo oppure erano visti come “patetici”, ossia macchine che eseguivano pedissequamente gli ordini umani senza alcuna coscienza di loro stessi.
Asimov rivoluziona questa concezione tradizionale e sviluppa un terzo tipo di robot, chiamato “positronico”, dotato dai costruttori umani di una coscienza propria, basata sull’intelligenza artificiale, ed al servizio dell’uomo grazie all’osservanza delle tre leggi della robotica. Tuttavia, l’autore, pur avendo grande fiducia nel progresso scientifico, non nasconde i problemi. Il robot è da un lato la macchina perfetta ma dall’altro l’alter ego dell’uomo. Proprio da questa somiglianza nascono i conflitti: il robot è visto con sospetto dall’uomo non tanto perché si possa ribellare (l’invenzione delle geniali leggi della robotica lo impediscono) ma per il fatto che è un concorrente spesso più efficiente di lui, togliendogli il lavoro. La sfiducia è reciproca, anche i robot a volte dubitano dell’uomo.
Nonostante questi problemi, prevale la fiducia e l’utilità dei robot nel futuro dell’uomo, che è quella di affiancare, aiutare e sostituire in vari casi l'uomo nei lavori o situazioni particolarmente difficili. Questa rivoluzionaria concezione ha influenzato poi tutta la letteratura fantascientifica successiva.
Prima di enunciare le celeberrime leggi della robotica inventate da Asimov, occorre chiarire l’origine della parola.
Il termine robot deriva dalla parola ceca robota, che significa lavoro pesante o lavoro forzato. Fu usato per la prima volta nel 1920 dallo scrittore ceco Karel Ciapek in un suo dramma teatrale R.U.R., per definire un operaio artificiale. Invece, la parola robotica venne usata per iscritto da Asimov per la prima volta nel 1941, nel suo racconto Bugiardo! Proprio qui, il geniale autore enunciava la prima legge della robotica. In un racconto successivo, Circolo Vizioso, apparvero nella loro interezza e divennero le tre leggi della robotica.
Prima Legge: Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
Terza Legge: Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Successivamente lo stesso Asimov, nel romanzo I Robot e l’Impero, enunciò la Legge Zero, per cui un robot non può danneggiare l'umanità o permettere che a causa del suo mancato intervento, la stessa umanità sia danneggiata. Quest’ultima legge diventò quella fondamentale, l’assioma su cui poi le altre tre dovevano essere declinate.
Ancora oggi, sono concetti che ispirano continuamente gli scienziati di intelligenza artificiale e gli esperti di cibernetica.
2) IL CICLO DELL’IMPERO
Probabilmente è il meno affascinante tra i tre cicli Asimoviani, tuttavia anch’esso è importante, senza il quale probabilmente non si sarebbe potuto evolvere il grandioso progetto dello scrittore di riunire i suoi tre filoni narrativi.
E’ composto da tre romanzi scritti in sequenza cronologica fra il 1950 e il 1952: Paria dei Cieli, Il Tiranno dei Mondi, Le Correnti dello Spazio.
Sostanzialmente son romanzi ambientati nel cosiddetto periodo fiorente dell’Impero Galattico, in un lontanissimo futuro dove l’umanità ha ormai colonizzato e civilizzato tutta la Via Lattea. La capitale di quest’impero galattico umano si trova a Trentor, un enorme pianeta al centro della galassia che è anche un’unica immensa metropoli. Cronologicamente, questi romanzi si inseriscono tra le storie dei Robot e quelle della Fondazione.
3) IL CICLO DELLA FONDAZIONE
Tra il 1951 e il 1953 una piccola casa editrice ebbe un’intuizione geniale: riunire in tre volumi i racconti sparsi sulla “Fondazione” che lo scrittore aveva pubblicato anni prima sulle riviste fantascientifiche: nacquero così tre volumi memorabili, precisamente Fondazione (3), Fondazione e Impero (4) e Seconda Fondazione (5). Successivamente, nel 1966 la grande casa editrice Doubleday li riunì in un unico grande libro, “La trilogia della Fondazione”, che vinse il Premio Hugo come miglior ciclo fantascientifico di tutti i tempi! Nel 1983 venne pubblicato il romanzo sequel L’Orlo della Fondazione (6). Grazie al rinnovato successo di quest’ultimo, Asimov continuò a scrivere un altro romanzo sequel come Fondazione e Terra (7). Successivamente scrisse due prequel: Preludio alla Fondazione (1) e Fondazione Anno Zero (2).
Il "Ciclo della Fondazione" è formato da 7 volumi e narra la storia della crisi di un impero galattico e della sua rovinosa caduta ma soprattutto il tentativo di riorganizzare una sua rinascita. L’ordine cronologico con cui bisognerebbe leggere i vari libri non è quello della loro pubblicazione ma quello di una precisa sequenza narrativa, così come ho indicato coi numeri messi in parentesi sopra, accanto ad ogni titolo.
Come Asimov stesso ammise in più occasioni, questo celeberrimo ciclo gli fu ispirato dalla raccolta storica “Storia della decadenza e caduta dell'Impero romano” di Edward Gibbon, il primo storico moderno dell’antica Roma.
Pur senza svelare l’avvincente e lunga trama pluri-generazionale, caratterizzata da continui colpi di scena, è sufficiente dire che il ciclo racconta la storia di un gruppo di scienziati che danno vita ad una “Fondazione” che, grazie alla psicostoria, una nuova scienza statistica ideata dallo scienziato Hari Seldon, cerca di ridurre al minimo gli effetti della grande crisi di un impero galattico decadente, al fine d’abbreviare il periodo di caos e vuoto di potere che ne seguirà.
Le tematiche trattate sono gli intrallazzi politici, l’automazione, l’importanza della supremazia tecnologica, la condanna della violenza (è diventata celebre la frase “la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”), il conflitto tra istituzioni vecchie e nuove, il tentativo di studiare proiezioni statistiche così avanzate sui comportamenti umani al punto da prevedere e controllare la storia, tramite complesse equazioni matematiche. Tutta questa fervida immaginazione produce un affresco di storia futura memorabile, in un universo dove la razza umana, unica specie biologica vivente, si è talmente diffusa nella galassia che non ricorda più il suo pianeta d’origine.
INFLUENZE SUL CINEMA
Le opere di Isaac Asimov hanno ispirato numerosi film e serie fantascientifiche di successo. A cominciare dal famoso film Viaggio Allucinante del 1966, dove s’immagina un sommergibile miniaturizzato che naviga nel corpo umano per compiere una difficilissima operazione chirurgica per salvare un’importante scienziato.
Celeberrime serie televisive sono state ispirate alla fantascienza sociale del grande scrittore, tra tutte la saga di Star Trek dove il creatore Gene Roddenberry non ha mai nascosto le influenze Asimoviane.
Altri film significativi sono stati ad esempio quello tratto dal suo omonimo racconto L'Uomo Bicentenario (1999) con Robin Williams, la toccante storia di A.I. Intelligenza Artificiale (2001) del regista Steven Spielberg, mentre nel 2004 è uscita la pellicola "I Robot" con Will Smith, un altro film chiaramente ispirato all’omonima serie di racconti.
Il primo film della trilogia fantascientifica basata sulle storie dell’antieroe Riddick (2000), interpretato da Vin Diesel, è chiaramente ispirato al celebre racconto “Notturno” di Asimov.
Dal 2021 negli USA è in corso di produzione una nuova ed ambiziosa serie televisiva, basata sul ciclo della Fondazione.
Insomma, Asimov resta una fonte d’ispirazione infinita anche per il cinema e le serie televisive.
EREDITA’
Isaac Asimov è stato l’autore che è riuscito a fondere nel migliore dei modi la sua positiva fiducia nell’uomo e nella scienza con le problematiche della società moderna.
Le sue previsioni sul futuro dell’umanità hanno fatto scuola, soprattutto quelle a breve termine.
Molte di quest’ultime si sono avverate, come quando ipotizzò che entro il 2019 «l'oggetto computerizzato mobile sarebbe penetrato nelle case di ognuno di noi».
Altre previsioni riuscite sono state l’inesorabile deforestazione dell’Amazzonia che riduce il polmone verde del pianeta, la minaccia climatica dovuta al riscaldamento globale, l’erosione delle coste marittime, la pandemia globale che ha messo in crisi la civiltà, l'ombra di una terza guerra mondiale che imperversa sul futuro dell’umanità.
Speriamo almeno che si sbagli sulle sue previsioni a lungo termine basate su distopie e di futuri post-apocalittici mentre ci auguriamo che non si sbagli, in un futuro lontano, sulla concreta possibilità di viaggi interstellari e della colonizzazione umana della galassia.
Sarebbe bello fare un viaggio nel futuro per verificare le previsioni di Asimov ma, anche se non possiamo farlo, potremo sempre dire d’averle “viste” grazie alla fervida fantasia di questo straordinario scrittore.
Antonio Pezzullo
|