Gli scritti di Antonio Pezzullo
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BRUCE SPRINGSTEEN: il Boss della musica!
La Pillola musicale di oggi è dedicata al "Boss" della musica! Non vi scoraggiate se è un po' lunga ma merita di essere letta, se non altro per la grandezza dell'Artista!
Il pezzo scelto è "Thunder Road", tratto dal suo celebre LP "Born To Run", che l'ascoltai per la prima volta a casa di un compagno di scuola tanti anni fa. Col senno del poi, l'intero album può definirsi come il "manifesto" dell'epopea musicale di questo geniale cantautore americano. "Thunder Road" è un pezzo suggestivo che sintetizza la speranza del "sogno americano", quell'incrollabile fiducia di percorrere la "strada della vita" alla ricerca di un futuro migliore: ogni nota del brano va in quella direzione. Il brano è un'ideale "simbiosi" tra le ambizioni del protagonista del brano e quelle dell'autore: da un lato c'è il ragazzo inquieto dell'America profonda che al volante di un'auto sfreccia su strade grandi e polverose alla ricerca dei propri sogni, dall'altro c'è la stessa grinta del Boss di essere artefice del proprio destino, che affronta folle sempre più grandi accompagnato dalla sua inseparabile chitarra.
Nato nel 1949 a Long Branch, nel New Jersey, Bruce Springsteen ha nelle sue vene sangue olandese, irlandese ed italiano. Con le parole: "E' bello essere qui, io sono del Sud", pronunciate il 23/05/2013 a Napoli durante il leggendario concerto nell'incantevole scenario di Piazza del Plebiscito, il grande artista ricordò al folto pubblico presente (io c'ero!) le sue origini napoletane da parte della nonna materna! Dopo aver suonato in varie formazioni musicali durante gli anni 60 (passando dal garage al blues-rock), Springsteen arriva a New York negli anni 70 ancora alla ricerca di un proprio stile ma la sua lunga "gavetta" (fatta anche di tante porte chiuse), oltre alla sua determinazione, alla fine saranno determinanti per la sua futura esplosione. Sembra che proprio in questo periodo sia nato il suo famoso appellativo di "Boss", in quanto alla fine delle esibizioni nei locali, essendo il capo, Bruce pagava i componenti della sua band di supporto.
Nel 1973 il Boss pubblica i suoi primi due album: "Greetings from Asbury Park, NJ" e "The Wild, The Innocent & the E-street Shuffle" che non ottengono il successo sperato, passando quasi inosservati. Tuttavia questi dischi gli servirono a creare diversi brani che venivano accolti molto bene nelle sue esibizioni da vivo.
Nel 1974 avvengono due tra gli eventi più significativi nella carriera del musicista. Durante un concerto in Massachusetts di un noto artista Bonnie Raitt, a cui Springsteen e la sua band facevano da gruppo-spalla, gli spettatori alla fine del concerto decretarono il capovolgimento dei ruoli richiamando sul palco Bruce Springsteen per il bis! Un critico musicale di nome Jon Landau che aveva assistito al concerto, qualche giorno dopo scrisse, in un famoso articolo su un settimanale specializzato di Boston: "ho visto il futuro del rock and roll e il suo nome è Bruce Springsteen". Questo articolo colpì molto la critica e i discografici dell'epoca. Il giornalista diventò in poco tempo amico, fidato collaboratore, produttore discografico e nuovo manager dell'artista.
Sotto la sua guida, esce nel 1975 il disco "Born To Run" che viene preceduto da una grande campagna promozionale, basata sullo slogan "il futuro del rock and roll". Il disco arrivò in poche settimane tra i primi posti nella classifica americana. Contiene brani memorabili: oltre a Thunder Road, troviamo la celebre title-track Born To Run ed altri brani come Thenth Avenue Freeze-Out, Jungleland, Backstreet, ecc. Questo disco gli aprì la strada di quel successo così agognato da ragazzo, facendolo diventare l'esempio della realizzazione del sogno americano: in ultima analisi era una testimonianza, un messaggio che lanciava alle nuove generazioni del tempo che non credevano più negli ideali. Per capire l'importanza di questo disco, basta solo dire che è stato inserito alla posizione n. 18 della classifica dei migliori dischi di tutti tempi redatta dalla rivista specializzata Rolling Stone.
Da quel momento in poi, la sua carriera è stata un crescendo continuo. Una parte del successo del Boss è da attribuire anche alla sua storica band di supporto, la famosa "E-street band", formata da diversi talentuosi musicisti che si sono alternati nel corso della sua lunga carriera. La formazione più significativa è stata la seguente: Bruce Springsteen - voce solista, chitarra, armonica; Steven Van Zandt (detto Little Steven) - chitarra, cori; Clarence Clemons - sassofono, cori, percussioni; Roy Bittan - pianoforte, tastiere, cori; Danny Federici - organo, fisarmonica, glockenspiel, cori; Garry Tallent - basso elettrico, percussioni, cori; Max Weinberg - batteria
Nel 1978 esce un altro disco fondamentale della sua carriera, "Darkness of the Edge of Town", con il quale conferma il raggiunto successo. L'album si apre con il brano di punta, l'esaltante Badlands che trascina tutto il disco con la sua straordinaria energia e si chiude con la title-track che invece è più riflessiva. Altri grandi successi sono The Promisses Land, Prove It all Night, Racing in The Street che diventeranno dei veri e propri classici del suo repertorio concertistico, particolarmente apprezzati dai fan. Il disco si può sintetizzare come la storia di vari protagonisti che cercano la terra promessa in un'America che però li ha delusi.
Dopo aver sfornato nel 1980 il sontuoso doppio LP "The River" che contiene un misto di ottimi brani rock, folk ed acustici tra cui l'omonimo brano capolavoro The River, nel 1982 pubblica l'album "Nebraska" che è un disco molto crudo, pessimista ed introverso, che comunque lo conferma tra i grandi cantautori americani degli anni ottanta.
Ma il capolavoro della maturità viene raggiunto con "Born in The USA" del 1984, che è un disco molto diverso dai precedenti, più estroverso, frizzante, pieno di ritmi incalzanti che lo porterà ad un enorme successo commerciale di vendite in tutto il mondo. Anche in Italia esplode la Boss-mania che aggregherà moltissimi fan che non lo abbondoneranno più. L'album certifica ormai la consacrazione del Boss come una rock star planetaria. Sebbene sia un disco che ha molto brani accattivanti ed orecchiabili, tuttavia i capolavori presenti nel disco sono indiscutibili: furono ben 7 i singoli che furono estratti dal fortunato album: Dancing in the Dark, Cover me, Born in the USA, I'm on fire, Glory Days, I'mo Goin' Down, My Hometown. L'impegno delle tematiche del Boss non vengono meno nemmeno qui, basti pensare che la title track "Born in Usa" è in realtà un'esplorazione del lato oscuro del "sogno americano" anche se parte del pubblico americano e mondiale lo percepì come un vigoroso inno patriottico.
La sua popolarità mondiale raggiunse però l'apice in due momenti memorabili. Il primo fu la sua partecipazione all'iniziativa benefica "USA for Africa" del 1985, dando il proprio fondamentale apporto alla registrazione del celeberrimo singolo "We are the World" scritto da M. Jackson e L. Richie, con un'interpretazione che è rimasta memorabile! Il secondo fu il suo leggendario concerto tenuto a Berlino Est il 19 luglio 1988, quando il cantautore suonò davanti a una folla entusiasta stimata in oltre 100 000 persone.
Nel 1994 con il brano "Streets of Philadelphia" per il film Philadelphia, Bruce vinse il premio Oscar alla migliore canzone e fu il primo di molti pezzi scritti appositamente per il cinema. Il brano, pubblicato dapprima nella colonna sonora della pellicola e poi come singolo, riscosse un largo successo e contribuì a rilanciare la carriera dell'artista.
Il suo miglior disco degli anni novanta è sicuramente "The Ghost Of Tom Joad", pubblicato nel 1995, che viene premiato con un Grammy come miglior album folk dell'anno. Come Nebraska, è un disco scarno, pieno di solitudine e registrato senza il supporto della sua storica band. I testi ritrovano lo spessore dei tempi migliori e raccontano storie di ordinaria povertà della provincia americana.
Un altro momento cruciale della sua carriera è stato la pubblicazione dell'album "The Rising" del 2002, per il suo ruolo di ispiratore di un movimento di rinascita dopo la tragedia dell'11 settembre 2001. La leggenda narra che all'indomani del tragico evento, Bruce si sia recato in una spiaggia del New Jersey per osservare la nuova skyline di Manhattan deturpata dall'attacco terroristico. Un uomo lo riconobbe e gli gridò dal finestrino della sua auto: "Ehi, abbiamo bisogno di te!". L'album contiene molti brani i cui testi riflettono la drammatica situazione americana dopo quegli eventi. Il Boss inoltre riprende dopo diversi anni di pausa a suonare ed incidere con la E-Street band ed i risultati si sentono con le sonorità decisamente più rock. Sono notevoli i brani come The Rising, My City of Ruins e "Lonesome Day", quest'ultimo profeticamente recita: "Better ask questions before you shoot" (Meglio farsi domande prima di sparare), come se avesse già previsto i futuri sviluppi della politica americana di belligeranza e di irrigidimento delle misure di sicurezza.
Nel 2010 pubblica "The Promise", il disco "perduto" che non era stato realizzato dopo Born to Run per un contenzioso giudiziario con il suo vecchio manager, che gli aveva impedito d'andare in sala d'incisione. Bruce nel frattempo aveva composto tantissimi brani ma ne scelse poi solo dieci per fare Darkness of Edge of Town. Gli altri rimasero nel cassetto e furono finalmente pubblicati solo qui nel 2010.
Gli ultimi due dischi di successo sono stati "Wrecking Ball" del 2012, scritto durante quegli anni caratterizzati dalla crisi finanziaria, e "Letter to You", scritto in piena Pandemia 2020, che è un disco che celebra la propria carriera e quella della sua E-street band. Il disco è stato registrato senza fare provini nè sovra incisioni, è tutto registrato insieme dal vivo proprio per evidenziare orgogliosamente se stessi in una dimensione senza tempo.
Uno dei punti di forza dell'artista sono sempre stati i suoi concerti, che sono sempre eventi memorabili poichè hanno una durata quasi doppia rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi cantanti ed esprimono un'energia ed una potenza evocativa ineguagliabile. E' indubbiamente uno di quegli artisti che riescono dal vivo a dare il meglio di se, migliorando spesso la versione dei dischi in studio.
Oggi il "Boss" è riconosciuto come uno dei più grandi interpreti del Rock. Si è ispirato a maestri come E. Presley, B. Dylan, Chuck Berry, i Beatles. Altre sue fonti d'ispirazione sono stati Roy Orbison, citato nel testo di Thunder Road, la cui voce lo ispirò nella realizzazione di Born Tu Run, John Fogerty e i suoi Creedence Clearwater Revival a cui ha dedicato molte cover nei suoi concerti. Come lui stesso la definisce, la sua musica "ha sempre voluto misurare la distanza tra la realtà e il sogno americano". I suoi testi mostrano le diverse facce dell'America, compresi i suoi aspetti negativi, le sconfitte, ma c'è comunque un messaggio di speranza di fondo per far avverare i desideri, siano essi individuali che collettivi. Springsteen è stato accostato anche alla letteratura americana: le sue migliori canzoni sono ritenute una specie di "Grande Romanzo Americano". Al grande artista sono stati dedicati tantissimi libri biografici, saggi di critica ed addirittura tesi universitarie.
Durante la carriera, ha raccolto i maggiori premi della musica mondiale ed un elenco sarebbe troppo lungo. Concludo nel ricordare solo che nel 2009 alla Casa Bianca, durante la cerimonia di assegnazione dei Kennedy Center Honors, premio attribuito dal governo statunitense agli artisti che si sono distinti nella diffusione della cultura americana, Barak Obama presentò scherzosamente Springsteen nel seguente modo: "Io sono il Presidente, ma lui è il Boss!"
Insomma, il Boss resta sempre lui...
Antonio Pezzullo
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