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Massimo Di Quirico

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Gli scritti di Antonio Pezzullo








Sono Solo Canzonette: la grande favola Rock!




      "Sono Solo Canzonette" è un memorabile album musicale di Edoardo Bennato, pubblicato nel 1980.

      Dopo il grande successo di critica e di pubblico del precedente concept album basato sulla favola di Pinocchio, il cantautore napoletano riuscì a stupire ancora una volta critica e pubblico sfoggiando un altro disco capolavoro, basato questa volta sulla favola di "Peter Pan". Prima di parlare di questo disco che è un'altra pietra miliare della musica italiana, occorre però ricordare alcuni antefatti.

      Dopo tre anni di assoluto silenzio, c'era un'attesa quasi spasmodica sull'uscita del nuovo lavoro di Bennato. Edoardo ancora una volta sbalordì i suoi fan: andò in una trasmissione televisiva, annunciando l'uscita imminente del suo nuovo album e cantò in anteprima "Il Rock di Capitan Uncino", senza specificare altro. Qualche giorno dopo pubblicò il nuovo LP intitolato "Uffà Uffà". I fan comprarono il nuovo disco ma con grande sorpresa non riuscirono a trovare il brano che era tanto piaciuto in televisione. Non avevano ancora capito che il mistero era svelato nello stesso disco ma in un altro brano: "E Allora avete Capito o no?". Quest'ultimo testo recitava: "si era sempre fatto uno per volta. Ah e allora? A me mi piace due per volta!" Appena 15 giorni dopo la pubblicazione di "Uffà Uffà", tra lo stupore dei media e dei fans, Edoardo Bennato fece uscire un altro LP inedito chiamato "Sono Solo Canzonette".  Due nuovi LP a distanza di 15 giorni era un'operazione discografica che nessuno al mondo prima di lui l'aveva fatta!  

      Prima di passare a parlare del secondo, occorre soffermarsi un po' sul primo disco.

      "Uffà! Uffà!" è un album irriverente anche per gli argomenti dissacratori di cui è ricco. Non è un concept album, il cantautore va a ruota libera e si distacca dal politicamente corretto, prendendo in giro tutti (compreso se stesso) con grande ironia, divertimento e libertà espressiva, senza mai essere offensivo. Inizia con "Li Belli Gladioli", un canto a cappella che è un'ironica supplica propiziatoria. "Sei Come un Juke-Box" è un gradevolissimo Rock ‘n Roll che contiene un attacco ai discografici che chiedono agli artisti di far uscire i dischi a richiesta come in un juke-box, senza tener conto dei tempi della loro creatività. "Così non va Veronica" è un divertente soft blues in salsa giamaicana, dove l'autore fa una parodia sulla fine di un amore del protagonista, che cerca di dimenticare imparando a suonare il sassofono. Di "Allora Avete Capito o No" ne ho parlato. Il lato B si apre con "Che Combinazione" un gran bel funky che ha un finale in crescendo con un altro strepitoso assolo di sassofono. Da sottolineare che sia in questo che nell'altro disco gemello, emergerà il talento del sassofonista Enzo Avitabile che ci regalerà assoli memorabili in molti brani.
"Restituisci i miei Sandali" è il brano più surreale dell'album, dove l'isterismo del protagonista è sottolineato dallo strampalato ritornello che ha un ritmo molto diverso dalle strofe. "A Licola", dedicata all'antica località sulla costa napoletana, è una canzone a ritmo di beguine ed una divertita parodia della canzone d'amore. La canzone più fulminea dell''album è proprio la title-track Uffà! Uffà!, che grazie anche alla partecipazione del gruppo post-punk "Gaznevada" diventerà un must del genere.
Musicalmente è un puro punk-rock, ha un testo di grande potenza evocativa con una feroce critica alle tensioni "petrolifere" tra i paesi occidentali ed il mondo arabo. Qui l'ironia lascia il posto alla rabbia di Edoardo (questa guerra non mi piace non la voglio fare... meglio tutti al buio... alle crociate non ci voglio andare) ed esorta a cercare energie alternative (perchè non provate a sfruttare l'energia dal sole?... o dal mare?). La canzone finisce con un leggendario sputo che Edoardo indirizza a tutti coloro che, a causa della continua sete petrolifera, potrebbero scatenare la terza guerra mondiale! La mitica copertina dell'album è una vignetta disegnata da Tony Esposito: una divertente caricatura di Bennato che, mentre canta, fa uscire dalla sua bocca dei veri e propri fulmini!

      Passiamo ora a "Sono Solo Canzonette", che è il secondo concept album della cosiddetta "Trilogia delle Favore", preceduto da "Burattino senza Fili" e seguito da "E' arrivato un bastimento". Esso si ispira alla favola di Peter Pan, le cui avventure dell'eterno bambino di J. M. Barrie rappresentano il filo conduttore di questo grandioso progetto unitario. Edoardo agisce anche in questo lavoro su due piani: da un lato racconta la storia di un personaggio o un episodio della favola e dall'altro denuncia con la sua pungente ironia i malcostumi della realtà ed in particolare l'arroganza del "potere", in qualsiasi forma si manifesti.

      Con questo lavoro, l'artista abbandona i canoni tradizionali dei cantautori italiani dell'epoca per abbracciare maggiormente il Rock, che diventa più duro e carismatico. Inoltre, l'ironia dei testi è ancora più graffiante ed in diversi parti prevale il divertissement, dato che la favola di Peter Pan gli concede un grado di libertà e fantasia ancora maggiore rispetto alla precedente favola di Pinocchio.

      Un altro punto di forza dell'album è l'ottima band di musicisti che suona in questo disco, che gli consente di spaziare con classe tra i vari generi musicali. Edoardo ingaggia di nuovo Ernesto Vitolo alle tastiere, Enzo Avitabile al sax, Roberto Fix ai fiati, Tony Cercola e Rosario Jermano alle percussioni, tutti talentuosi musicisti del cosiddetto "Neapolitan Power", il movimento musicale nato all'ombra del Vesuvio. A loro aggiunge altri musicisti di valore come Ellade Bandini alla batteria e Lucio Bardi alle chitarre. Se Pino Daniele sarà considerato il maestro del "Blues metropolitano", Edoardo Bennato sarà invece il maestro del "Rock metropolitano". Due facce di quella stessa, splendida medaglia denominata appunto "Neapolitan Power".

      Prima di passare alle varie tracce, merita un commento la copertina dell'album. Il cantautore è ripreso in uno studio di registrazione e guarda direttamente verso il pubblico, come a voler dire d'ascoltarlo per bene. In basso c'è un metronomo con un effetto oscillante intenso come ad indicare che il ritmo della musica sarà molto vivace, mentre il titolo dell'album appare scritto con la spada di Capitan Uncino situato in alto a destra.


      L'album si apre con la splendida "Ma che Sarà", la canzone che preannuncia le tematiche delle contrapposizioni tra realtà e finzione, ragione e fantasia, ecc. che saranno il marchio di fabbrica dell'intero album. Il brano è una vera e propria dichiarazione programmatica: l'invito a volare con la fantasia è fondamentale per non vivere solo in base alla fredda logica della ragione e questo può avvenire grazie alla magia della musica: "ma la radio va e non si fermerà, ti prenderà per mano e ti insegnerà a volare" proprio come faceva Peter Pan con Wendy ed i suoi fratelli. Musicalmente è un brano dalle ritmiche funky che si apre con le splendide percussioni di Tony Cercola insieme alla chitarra ed all'immancabile kazoo di Bennato, ma è il grandioso sax di Enzo Avitabile che arricchisce il pezzo con un assolo capolavoro!

      "Il Rock di Capitan Uncino" è un gran pezzo rock di notevole potenza evocativa, con la storia del mitico Capitan Uncino raccontata dal suo stesso punto di vista. E' una brano geniale, tra il serio ed il faceto, pungente ed ironico, che viaggia su di un doppio binario: da un lato c'è il capo pirata che "della pirateria io sono la teoria, il faro illuminante" e dall'altro c'è Edoardo che critica aspramente chi utilizza qualsiasi forma di violenza, anche verbale, per dare forza alle proprie le proprie azioni. Uno dei momenti salienti è il famoso "coro dei pirati" col quale l'autore fa una sottile invettiva a quei giovani senza i giusti valori che scelgono strade sbagliate, diventando dei veri e propri pirati. La potente chitarra rock di Lucio Bardi è l'asse musicale portante del brano. Col passare del tempo è diventato di brando di culto, amatissimo dai fan.

      "Nel Covo dei Pirati" è dedicata al personaggio di Wendy e quindi un omaggio al mondo femminile, che Edoardo descrive sempre con ammirazione: la sua donna è forte e coraggiosa, capace di vincere anche i pirati e le sue paure personali. E' una dolcissima ballata folk con chitarre acustiche, flauto, viola e violoncello, con un bel finale in crescendo.

      "Dopo il Liceo che Potevo Fare" è la canzone dedicata a Spugna, lo scanzonato marinaio della ciurma di Uncino. Per lui arruolarsi a fare il pirata è stata una scelta come un'altra per tirare a campare, dato che la società non gli ha offerto tante opportunità. Nonostante che "quel Peter Pan non mi ha fatto niente, però deve essere un gran fetente perchè lo dice il comandante", Spugna pur essendo un pirata senza vocazione è fedelissimo a Capitano Uncino. Dal punto di vista musicale, è un originale mix di swing e tip tap, con sonorità jazz, che dimostra la grande versatilità musicale di Edoardo, capace di spaziare in tutti i generi. Una nota di merito vanno ai magnifici fiati di Roberto Fix ed Enzo Avitabile.

      "L'Isola Che Non C'è" è il celeberrimo capolavoro utopistico della ricerca di un mondo migliore, col monito finale (senza tempo) di Peter-Edoardo "chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, forse è ancora più pazzo di te". E' un brano pop-folk di straordinaria bellezza, col celebre assolo di armonica che sugella un'affascinante arpeggio di chitarra. La canzone è unanimemente annoverata tra le più belle della storia dell'intera musica italiana.

      "Rockoccodrillo" è un piacevole rock dedicato al famoso Coccodrillo della favola, il cui tic-tac dell'orologio inghiottito dallo stesso scandisce i vivaci tempi della canzone. Il divertente brano è visto dal punto di vista del Coccodrillo che ad un certo punto viene contestato dal bel coro dei bambini: "che razza di coccodrillo sei? Vuoi far ballare tutti noi ma non si capisce che cosa vuoi". Il Coccodrillo precisa di essere "il più cattivo" anche se ce l'ha esclusivamente con le cosiddette "persone serie", che non si abbandonano mai alla fantasia facendo così violenza a sè stessi.

      "Tutti Insieme Noi lo Denunciam" è uno straordinario brano lirico d'ispirazione Rossiniana. Per la prima volta in un disco di musica leggera italiana c'è un duetto lirico tra due cantanti d'opera. Bennato ha sviluppato pienamente l'idea che era sbocciata in "Dotti Medici e Sapienti", dove aveva scritto un pezzo d'operetta cantato da lui stesso. Nel testo troviamo una graffiante riflessione sul conflitto generazionale tra genitori e figli, quest'ultimi rimproverati perchè si lasciano distrarre facilmente dai discorsi fantasiosi di Peter Pan-Edoardo e non pensano alle cose concrete: "Si Agenore lo so, tanto torto non ti dò, i discorsi di quel tizio che vola li distraggono dalla scuola" sottolinea la moglie Mary mentre il marito Agenore risponde stizzito che "sono stato ragazzo anch'io ma ai miei tempi che vuoi volare, c'era solo da lavorare". I genitori dei ragazzi della favola (Wendy, Gianni e Michele) proprio non ci riescono a volare con la fantasia. E' un'altra geniale trovata dell'irriverente scugnizzo partenopeo che in questo brano si diverte molto ad osservare idealmente la scena.

      "Sono Solo Canzonette" è la celeberrima canzone, campione delle classifiche discografiche (così come tutto l'album che sarà il disco italiano più venduto in Italia nel 1980), che dà il titolo all'album e lo chiude magistralmente. Essa è il manifesto della generazione dei primi anni 80, che canta il proprio diritto alla libertà, all'espressione senza condizionamenti. Con questo brano Edoardo ci dice che tutto sommato le canzoni di musica leggera non "sono solo canzonette" perchè sotto sotto, tra un ritornello orecchiabile ed un riff di chitarra, esse possono trattare temi o ispirare spunti e riflessioni più taglienti della spada di un pirata. Dal punto di vista musicale, il brano si apre col famoso intro dato dall'urlo di Edoardo in perfetta sintonia col sax di Enzo Avitabile. Il piano di Ernesto Vitolo e la batteria di Ellade Bandini sono gli altri strumenti fondamentali di supporto a questo piacevole ed originale Rock and Roll.

      Questo è l'album della definitiva incoronazione dell'artista napoletano che, come nel gemello Uffà Uffà, dimostra la sua eccezionale maestria nel passare senza sbavature attraverso i generi musicali più disparati e distanti tra di loro. A cavallo tra gli anni 70 e 80, Edoardo Bennato sfoggiò dei capolavori incredibili, lo riconobbe anche il collega Fabrizio De Andrè - peraltro suo amico - che lo considerava il cantautore più originale del suo tempo.

      La favola continua...

Antonio Pezzullo