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Massimo Di Quirico

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Gli scritti di Antonio Pezzullo








EDOARDO BENNATO: la prima rock star italiana!




      Edoardo Bennato è considerato uno dei più grandi ed importanti cantautori italiani.

      Con uno stile particolare ed una notevole eterogeneità musicale, a modesto parere di chi scrive, Edoardo è il "più grande rocker italiano" poichè sin dagli anni 70 è stato il primo artista a sdoganare il Rock nel patinato mondo della canzone italiana, insieme ad un altro grande come Ivan Graziani (anche se in misura meno impattante sul grande pubblico rispetto all'artista partenopeo).

      Nato nel 1945 a Napoli, nel quartiere Bagnoli, è il primo di altri due fratelli, Eugenio e Giorgio, anche loro artisti. Sin dalla prima gioventù forma il "Trio Bennato", dove Edoardo canta e suona la chitarra, Eugenio suona la fisarmonica e Giorgio le percussioni. Dopo aver concluso il liceo artistico, nel 1965 Bennato decide di trasferirsi a Milano per frequentare la facoltà di architettura e per mettersi in contatto con il mondo della discografia. Debutta nel 1966 con il suo primo 45 giri "Era Solo un Sogno/Le Ombre". In quest'ultimo singolo Edoardo suona l'armonica, diventando così il primo cantante italiano in assoluto a suonare questo strumento in un disco. In questo periodo scrive alcune canzoni per altri artisti, tra queste: "Perchè... perchè ti amo" per i Formula 3, "Lei non è qui...non è là" per Bruno Lauzi, "The Village" per Bobby Solo, ecc.

      Nel frattempo trascorre qualche mese a Londra dove ha una breve ma intensa esperienza musicale, ascoltando ed assimilando le nuove tendenze musicali (The Beatles, Cream, ecc.). Si esibisce persino nella metropolitana suonando contemporaneamente oltre alla chitarra e all'armonica anche il tamburello, il kazoo ed altre percussioni: quel modo d'esibirsi "in solitario" sarebbe stato il suo marchio di fabbrica nei suoi futuri concerti dal vivo.

      Bennato fa ritorno a Milano e dopo una lunga gavetta incide nel 1973 il suo primo LP "Non Farti Cadere le Braccia", un disco ancora immaturo ma che contiene già ottimi brani come "Campi Flegrei" dedicato al quartiere dove è nato e "Rinnegato", una canzone ironica dove si difende dall'accusa di voler rompere con la tradizione musicale partenopea. Il capolavoro del disco è però "Un Giorno Credi", musicato da Edoardo ma col testo scritto da Patrizio Trampetti, allora membro della Nuova Compagnia di Canto Popolare insieme al fratello Eugenio. Quest'album fu censurato dalla Rai che trovava la sua voce sgraziata e non lo credevano "capace di vendere musica". Come lui stesso racconta in un'intervista: "mi misi in mezzo alla strada e feci dei pezzi punk, passarono quelli di Ciao 2001, piacqui e la mia vita cambiò. Ero diventato il rappresentante dell'insoddisfazione dei giovani in Italia, così il direttore della Ricordi mi richiamò, a quel punto mi propose il contratto. Mi chiese: ma come hai fatto ad arrivare al successo? Solo un caso, gli risposi ironico". Insomma, la sua forte personalità si evince sin dagli esordi.

      Il secondo lavoro risale al 1974 col titolo "I Buoni e i Cattivi", che è il primo lavoro d'impegno del cantante che, con la sua pungente ironia, contiene varie riflessioni sull'Italia e sulle sue contraddizioni, sulla difficoltà di capire veramente che cosa possa essere il bene e il male. E' un mini concept album, idea ancora in fase embrionale che sarà sviluppata in seguito. In copertina ci sono due carabinieri ammanettati, lo stesso Bennato ed un suo collega che metaforicamente rappresentano i buoni (carabinieri) ed i cattivi (ammanettati).
Uno dei brani più famosi è "In Fila per Tre" dove si parla della "buona" istituzione della scuola se serve ad educare e far crescere i ragazzi ma che può diventare "cattiva" se l'intento è quello di far accettare ai ragazzi qualsiasi autorità. "Uno Buono" è una tagliente satira sull'allora presidente della Repubblica, Giovanni Leone, nonchè suo compaesano. Invece "Bravi Ragazzi" ha un testo profetico, una canzone che parla di coprifuoco, di attese, di "severe istruzioni" e di "un programma alla televisione per fronteggiare la situazione". Fa impressione quanto il testo sia attuale in tempi di Covid: "Una di notte, c'è il coprifuoco, e pensare che all'inizio sembrava quasi un gioco, ora non c'è più tempo per pensare, Tutti dentro, chiusi ad aspettare". "Arrivano i Buoni" ha un testo che anticipa di almeno un decennio una delle tematiche presenti nei film di Luc Besson, ossia non tutto ciò che sembra buono può essere tale. "Ma Che Bella Città", che apre l'album, fu definita dalla critica dell'epoca la prima canzone punk italiana.
L'album, con notevole sorpresa degli stessi fan, è classificato al 14mo posto tra i migliori album italiani di sempre, secondo la rivista specializzata Rolling Stone Italia. Probabilmente quando nel 2012 fu redatta la classifica, si voleva premiare la carriera dell'artista più che il singolo album. Secondo molti infatti il miglior disco di Bennato è da ricercare tra i due capolavori della maturità, ossia "Burattino senza Fili" e "Sono Solo Canzonette".

      Nel 1975 esce "Io Che Non Sono l'Imperatore", un album sperimentale dove l'artista cerca di proporre diversi brani blues con testi molto surreali, che sono delle vere e proprie frecciate contro la realtà politica di allora. "Meno Male che Adesso non c'è Nerone" è un'ironica satira sul potere rivestita con un'incontenibile Rock 'n Roll mentre "Signor Censore" è un blues con un sarcastico testo contro la censura. "Feste di Piazza" è un'amara riflessione sugli spettacoli musicali organizzati da certi partiti ai soli fini elettorali, mentre "Io per te Margherita" è una parodia contro il genere strappalacrime delle canzoni d'amore. Infine "Affacciati Affacciati" è una critica anti papale, visto in quel periodo storico come una figura lontana dai problemi reali della gente. Celebre è la copertina dell'album che riproduce il suo progetto – non accolto - della nuova metropolitana di Napoli, fatto all'epoca quando era studente in Architettura, in occasione della sua tesi di laurea.

      Nel 1976 esce "La Torre di Babele" che contiene brani socialmente impegnati e che affrontano argomenti importanti. "Viva la Guerra" è una dissacrante condanna di tutte le guerre. Anche la copertina è molto significativa, con una moderna Torre di Babele rappresentante l'evoluzione tecnologica delle armi umane, dalla clava fino ai missili nucleari. La title-track è un vivace Rock 'n Roll che contiene una feroce critica alla superbia ed alla brama di potere e conquista dell'uomo: "costi quel che costi, anche guerra dopo guerra, siete o non siete i padroni della Terra?". "Venderò" è una bella ballata scritta dal fratello Eugenio, "Cantautore" è la trainante canzone di successo che è un'ironica parodia del musicista impegnato (appunto il cantautore). Un'altra canzone che si rivelerà molto importante è "Franz è il mio Nome", una profetica visione oltre il muro di Berlino che contiene il primo accenno premonitore alla favola di Pinocchio, quando l'autore canta la strofa "E come Pinocchio non crederai ai tuoi occhi quando vedrai il paese dei Balocchi". La Torre di Babele è un lavoro ancora non completo ma ha già i primi semi del capolavoro che troveremo nel disco successivo. Edoardo Bennato inizia ad essere conosciuto anche all'estero e nel 1976 è invitato al prestigioso Montreux Jazz Festival, dove è il primo cantante italiano ad esibirsi alla storica manifestazione!

      Nel 1977 esce il capolavoro "Burattino Senza Fili", il primo concept album della sua produzione discografica, basato sulla favola di Pinocchio. In modo mirabile con un'originalità ed unitarietà mai vista prima, il disco è un potente manifesto alla libertà dell'individuo, contro ogni forma di conformismo e di violenza. Tra i brani citiamo "E' stata tua la Colpa" "Quando sarai Grande", "In Prigione, in Prigione", "La Fata" e soprattutto la super hit "Il Gatto e la Volpe" che, nonostante il testo sia una pungente critica agli impresari senza scrupoli che sfruttano gli artisti per arricchirsi sulle loro spalle, è ricordata per il graffiante Twist che fa ballare tutta l'Italia. L'album ha un successo clamoroso, realizza il record di vendite di un milione di copie, insieme al primato di disco più venduto dell'anno in Italia!

      Il 1980 è un altro anno di grazia per Bennato che, rompendo tutti gli schemi e le convenzioni discografiche, pubblica in 15 giorni contemporaneamente ben due nuovi LP.

      Il primo è "Uffà! Uffà!", disco irriverente anche per gli argomenti dissacratori di cui è ricco, dove Edoardo si distacca dal politicamente corretto e prende in giro tutti (compreso se stesso) con grande ironia, divertimento e libertà espressiva, senza mai essere offensivo.
      Al primo impatto il brano più misterioso sembra il blues di "E allora avete capito o no?" che nel testo recita: "si era sempre fatto uno per volta, ah e allora? A me mi piace due per volta!" Si capirà solo dopo l'uscita del successivo album che cosa voleva dire. "Sei come un juke box" è un Rock 'n Roll ironico alla sua maniera contro le continue richieste dei discografici agli artisti di sfornare dischi on demand. "Che Combinazione" è un brano che probabilmente si riferisce al curioso episodio iniziale della sua carriera quando il direttore della Ricordi gli chiese come aveva fatto ad arrivare al successo e lui gli rispose ironicamente che era stato solo un caso, una felice combinazione! In quest'ultimo brano, come in "Così non va Veronica", furoreggia il notevole sax di Enzo Avitabile. La canzone più dura dell''album è la title track Uffà! Uffà!, che grazie anche alla partecipazione del gruppo post-punk "Gaznevada" diventerà un must del genere. Musicalmente è un puro punk-rock, ha un testo di grande potenza evocativa in quanto contiene una feroce critica alle tensioni "petrolifere" tra i paesi occidentali ed il mondo arabo. Qui l'ironia lascia il posto alla rabbia di dover assistere tutti i giorni alle scaramucce sulla sete petrolifera (questa guerra non mi piace non la voglio fare) ed esorta a cercare energie alternative (perchè non provate a sfruttare l'energia dal sole.... o dal mare?). La canzone finisce con un leggendario vero sputo che Edoardo indirizza a tutti coloro che potrebbero scatenare la terza guerra mondiale!

      L'album che esce subito dopo è il suo secondo concept denominato "Sono Solo Canzonette", basata sulla favola di Peter Pan, che è anche un pretesto per sottolineare come il modo di pensare delle cosiddette persone serie e rispettabili risulti talvolta arrogante e privo di fantasia e libertà. Il rock diventa più duro e carismatico mentre l'ironia dei testi è ancora più graffiante. In diversi brani prevale il divertissement, dato che la favola di Peter Pan gli concede un grado di libertà ancora maggiore. L'album è indubbiamente un altro capolavoro, con brani leggendari come "L'isola che non c'è", gioiello utopistico della ricerca di un mondo migliore, "il Rock di Capitan Uncino", un travolgente rock italiano mai sentito prima. Altri brani notevoli sono "Ma che Sarà" dal formidabile sax solo di Enzo Avitabile e soprattutto la canzone manifesto dell'album e campione delle hit parade "Sono Solo Canzonette". Il 19 luglio 1980 tiene uno storico concerto allo stadio San Siro di Milano dove registra il record di primo cantante italiano a riempire lo stadio con più di sessantamila spettatori. "Sono Solo Canzonette" risulterà l'album italiano più venduto in Italia nel 1980 e per diverse settimane sarà al numero uno nelle classifiche italiane, con "Uffà! Uffà!" che lo tamponerà al secondo posto!

      All'apice del successo, fa una pausa di 3 anni e nel 1983 pubblica "E' Arrivato un Bastimento", il suo terzo concept album che completerà così la cosiddetta "Trilogia delle Favole". In questo album, pieno di nuove idee musicali, c'è da un lato la tendenza dell'artista ad andare verso suoni più elettronici, dall'altra quella di "vestire" ogni brano con un genere musicale diverso. La proposta non viene capita appieno dal pubblico e dalla critica, sarà solo il tempo a rivalutare questo lavoro dove ci sono alcuni pezzi memorabili come "La città Trema", uno dei primi hard rock italiani, "Assuefazione" con il suo sorprendente ritmo Ska. Non mancano alcune splendide ballate folk come "Ogni Favola è un Gioco" o "Una Ragazza".

      Questi sono gli anni dove Edoardo raggiunge l'apice del successo insieme all'altro genio della nuova musica partenopea: se Pino Daniele sarà considerato a buona ragione il maestro del "Blues metropolitano", Edoardo Bennato lo sarà altrettanto del "Rock metropolitano". Due facce di quella stessa, splendida medaglia denominata "Neapolitan Power", il movimento musicale nato all'ombra del Vesuvio. Se il magnifico sax di James Senese sarà spesso presente in molti brani di Pino Daniele, altrettanto sarà quello di Enzo Avitabile nei brani di Edoardo Bennato. Oltre a questi, i vari Ernesto Vitolo, Tony Esposito, Rosario Jermano, Gigi De Rienzo, Rino Zurzolo, Mauro Spina, Joe Amoruso, Tullio De Piscopo, Tony Cercola, ecc. saranno i magnifici musicisti "intercambiabili" che spesso suoneranno nei dischi di entrambi, portando un contributo importante grazie alle loro esperienze di contaminazioni musicali. Questa ricchezza musicale farà da "scuola" per tutta la musica italiana dell'epoca.

      Risale invece al 1984 il primo disco dal vivo: "E' Goal", che è anche la sigla della Domenica Sportiva di quel periodo ed include il 45 giri "Nisida", una canzone reggae che avrà un enorme successo, dove Edoardo denuncia la cecità della classe politica meridionale di allora per aver avallato la costruzione di un'inquinante stabilimento siderurgico in uno dei posti più suggestivi della città, proprio di fronte all'isolotto di Nisida. Tutti hanno dimenticato Nisida ma non lui poichè da ragazzino andava col padre a pescare i polipi. Questo successo scuote la coscienza ecologica di una città al punto che il sindaco di Napoli riempie di manifesti la città con lo slogan: "Nisida, l'isola ritrovata". Grazie anche ad Edoardo Bennato, si avvierà un lungo e complesso processo di bonifica e riqualificazione di quel territorio.

      Nel 1985 pubblica "Kaiwanna", il disco musicalmente più sperimentale dell'artista, con sonorità che spaziano dal rock psichedelico all'hard rock fino alla new-wave. Qui Edoardo fa un largo uso anche dei suoni elettronici sintetizzati. Ne esce fuori un disco che non sarà apprezzato dal grande pubblico ma nonostante tutto c'è una delle più belle canzoni d'amore che abbia scritto: "Guarda Là".

      Nel 1987 pubblica "Ok Italia" che ottiene un ottimo riscontro di vendite alimentate dalla title-track, un potente rock dedicato alla nostra Italia, bella e trascurata, che rimane sempre "sospesa tra la tarantella ed il rock 'n roll". Interessante è anche "La Città Obliqua" dove Edoardo, da architetto qual è, propone un progetto urbanistico innovativo rivolto alla propria città, attraverso una serie di scale mobili che collegherebbero la città alta e la città bassa. Infine "Tu vuoi l'America" è un altro bel rock che ispirerà molti giovani rocker emergenti come i Litfiba e Ligabue.

      "Abbi Dubbi" del 1989 ottiene un altro successo commerciale, grazie soprattutto al travolgente twist di "W la Mamma" che vince pure il Festival Bar. "La Chitarra" è una dichiarazione d'amore allo strumento mentre "Abbi Dubbi" è un pungente monito a non avere certezze assolute nella vita perchè "chi dubbi non ne ha, chissà cosa farà", del resto "nessuna verità è poi così sicura". L'autore ci confida infine che lui non ha avuto dubbi solo sul "Rock 'n Roll".

      L'anno seguente incide con Gianna Nannini il brano "Un'estate italiana", inno ufficiale in lingua italiana dei mondiali di calcio Italia '90.

      Un altro lavoro ottimo lavoro risale al 1992 con "E' Asciuto Pazzo 'o Padrone" dove il suo alter-ego Joe Sarnataro, musicista napoletano di fantasia tornato dall'America col suo bagaglio musicale, denuncia i malcostumi e la mentalità vetusta dei locali attraverso il blues, il boogie-woogie ed il rock 'n roll. Tutti i pezzi sono scritti in napoletano. Celebre è il brano "Sotto Viale Augusto Che Ce Stà?", una sarcastica critica agli eterni lavori pubblici legati alla costruzione della nuova linea metropolitana che si prolungano ormai da decenni producendo dei rumori udibili da tutti gli abitanti del quartiere!

      "Il Paese dei Balocchi" viene pubblicato sempre nel 1992. E' un disco dove l'autore omaggia la musica degli anni 50-60 di alcuni miti italiani della propria infanzia come Bobby Solo e Peppino di Capri, quest'ultimo l'ispirò anche come modo di cantare. "Magari Si Magari No" e "Buon Compleanno Bambina" ne sono due esempi, pur se non mancano brani d'impegno come "Tutto Sbagliato Baby" dove Edoardo parla del crollo del regime comunista rumeno. La canzone che dà il titolo all'album è una pungente riflessione sul nuovo fenomeno dell'immigrazione che nel 1991 coinvolge direttamente anche l'Italia, attraverso lo sbarco di migliaia di albanesi che, a seguito della caduta del regime comunista, arrivano in massa sulle coste pugliesi e vedono l'Italia come "il paese dei balocchi".

      Nel 1994 pubblica "Se Son Rose Fioriranno" dove si registra una flessione creativa. Probabilmente resta un episodio minore della sua discografica, anche se c'è qualche buon brano rock come "C'era Una Volta".

      Una svolta importante avviene nel 1995 quando Edoardo pubblica "Le Ragazze Fanno Grandi Sogni", dove l'autore abbandona la vecchia strada dell'ironia graffiante su temi impegnati (da sempre il suo cavallo di battaglia) e si dedica a scrivere brani romantici, sull'amore e le sue sofferenze, sulla femminilità (anche se quest'ultimo tema era stato già trattato in parte nella celebre trilogia delle favole). I migliori sono il brano omonimo che dà il titolo all'album e "Afferrare una Stella". I fan storici del "rocker" però non gradiscono molto questa svolta romantica.

      Il nuovo corso viene confermato nell'album successivo "Sbandato" del 1998, che rappresenta il suo miglior album degli anni novanta. Presenta alcuni gioielli come "E' notte", "Fantasia", "Credo solo a te" ed il notevole rock metropolitano "Sbandato" che dà il titolo all'album. In particolare, "Fantasia" è una magnifica ballata folk vecchio stile che ribadisce la forza di questa unicità umana: "Fantasia, macchina eccezionale che ci porta dove non si può andare, fino a ventimila leghe sotto i mari". Il richiamo all'amata favola è evidente anche in un'altra significativa strofa: "tutto comincia lì, da una matita che disegna il primo salto fatto da Peter Pan e la magia che va. L'isola che non c'è, e anche chi non crede, ci crederà."

      Agli inizi del duemila, Edoardo cambia casa discografica e c'è la fortunata circostanza che alcune sue vecchie canzoni diventano colonne sonore per gli spot della TIM. Sull'onda della nuova popolarità, escono importanti album di Greatest Hits, tra cui lo splendido doppio LP "Afferrare una Stella", che avranno il merito di far conoscere questo geniale artista alle generazioni del nuovo millennio.

      Nel 2003 Bennato immette sul mercato "L'uomo Occidentale" dove ci sono due brani-tributo notevoli: il primo è "Love Me" di Elvis Presley e l'altro 'O Sarracino, un tributo al maestro Carosone e a Bob Marley. Molto bella è anche la dolce ballata "Non è amore".
     
Nel 2010 pubblica "Le Vie del Rock sono Infinite", dove il brano "E' Lei" vince il premio di miglior testo italiano dell'anno. Oltre a quest'ultimo, ci sono altri brani del disco che ricordano il Bennato prima maniera come "Vita da Pirata" o "Il capo dei Briganti".

      Nel 2015 esce "Pronti a Salpare", una graffiante denuncia sul problema ormai drammatico dell'immigrazione in Italia. L'omonimo singolo è dedicato peraltro alla memoria del suo collega ed amico Fabrizio De Andrè. Lo stesso Bennato in un'intervista chiarisce la sua posizione, dato che nel disco non parla solo dei profughi che cercano di salvarsi dal loro destino di guerre, fame e sofferenze ma anche dei popoli che stanno bene, che non possono far finta di niente: "e se i tempi son cambiati, resta il mondo da cambiare, pronti a salpare. E anche noi privilegiati del sistema occidentale, pronti a salpare."

      Nei primi giorni del 2017 esce "Domani", un brano cantato per la prima volta dai tre fratelli Bennato: Edoardo, Eugenio e Giorgio. Un evento straordinario poichè solo Edoardo ed Eugenio avevano in passato cantato insieme, come ad esempio nella splendida canzone "Le Città di Mare" del 1989 composta da Eugenio.

      Col tempo la vena creativa di Edoardo si è inevitabilmente ridotta e negli ultimi tempi si è dedicato a curare diverse riedizioni dei suoi vecchi capolavori come "Burattino senza Fili", "Solo sono Canzonette", E' Arrivato un Bastimento", le cui tematiche trattate sono ancora estremamente attuali, che nemmeno il peso degli anni è riuscito a far dimenticare.

      Ormai ultrasettantenne, Edoardo Bennato continua però a fare ottimi concerti dal vivo con esibizioni ancora esaltanti.

      Di Edoardo Bennato ce n'è davvero solo uno...

Antonio Pezzullo