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Massimo Di Quirico

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Gli scritti di Antonio Pezzullo








TOP 10 DISCHI LIVE

N. 9 - PALASPORT - POOH



PALASPORT, uscito nel 1982, fu il primo disco live dei Pooh, arrivato dopo ben sedici anni di attività del gruppo. Testimonia probabilmente il periodo migliore della loro produzione artistica. Nonostante fossero ancora dei giovani trentenni, avevano già alle spalle l'uscita di una serie di hit consecutive di grande successo!
Il disco fu registrato dal vivo al Palasport di Reggio Emilia durante la tournée che promuoveva l’allora loro ultimo disco "Buona Fortuna" (uno dei più riusciti), tanto che comprende diversi brani di questo album. A quei tempi, incidere un disco live significava la definitiva consacrazione di una carriera. Nonostante questo stimolo, l’esperienza dell’incisione dal vivo fu piuttosto travagliata, presumibilmente a causa di un certo perfezionismo della band che voleva produrre un album live rinunciando il più possibile a manipolazioni successive nella fase di post produzione, che saranno comunque fatte anche se con grande parsimonia, ad esempio solo per le tastiere nelle sezioni finali dei pezzi Parsifal ed Inca. Palasport rappresenta dunque l'ultimo colpo di coda del loro modo di fare musica alla prima maniera, probabilmente la migliore.

Partiamo dalla copertina del disco. Se l’aspetto esterno è piuttosto austero, con un muro dipinto di rosso con sopra la scritta “Palasport” e sotto il classico logo dei Pooh, l’interno invece si rivela sorprendente: aprendolo a libro ci si trova di fronte ad un grande mixer con ben 24 piste, dove in ognuna di esse ci sono delle finestrelle che riportano le scene dei concerti, dai protagonisti al pubblico, che sono stampate sui contenitori dei due LP. Davvero originale!

Non a caso, il disco presenta ben 24 canzoni in scaletta che non compongono una Greatest hits ma un’accurata selezione dei loro brani più belli, finalizzati anche a far cantare a squarciagola il proprio numeroso pubblico. Sono presenti due canzoni inedite: "Siamo Tutti come Noi" e "Canzone per l'Inverno", il primo è un brano abbastanza anonimo mentre la seconda canzone col tempo è diventato un classico.

Il Lato 1 si pare con la hit "Canterò per Te", il singolo lanciato nel 1980 che conferma la predilezione al rock melodico in quel periodo del gruppo. La canzone risulta frizzante, sbarazzina e disimpegnata, anche se arrangiata molto accuratamente con il potente riff di Dodi Battaglia.
Il gruppo esegue poi due brani dell’album "Buona Fortuna". Nel primo omonimo brano, su richiesta del compianto batterista Stefano D'Orazio al fine di dare più spazio a lui e al bassista Red Canzian, i Pooh tornano a cantare a quattro voci alternate, così come nel secondo, forse meno noto, bellissimo brano "Dove Sto Domani" dove la delicata chitarra d'accompagnamento crea un'atmosfera ad effetto emozionante. La nuova strada vocale del gruppo è così tracciata e ciò diventerà un punto fisso nei loro successivi album, dato che fino ad allora le due voci principali erano state quelle di Facchinetti e Battaglia, dopo l’uscita dal gruppo di Riccardo Fogli.
"Inca" è un notevole brano rock progressive, ispirato alla tragedia dello sterminio dei nativi peruviani ad opera dei conquistadores spagnoli, scritto da Valerio Negrini, il cosiddetto quinto Pooh, autore dei testi di tanti loro brani di successo. E’ uno dei pochi brani del live che subisce una seppur misurata rielaborazione in post produzione, una pratica abbastanza frequente nei dischi live, soprattutto quando il livello delle registrazioni non è ritenuto soddisfacente.

Il Lato 2 del disco si apre con "Siamo Tutti Come Noi", il brano inedito composto proprio nell’occasione di questo live, così come annunciato dagli stessi in concerto. Segue il primo medley del live, che inizia con la bellissima "Notte a Sorpresa", uno dei loro più grandi successi, coi bei cori che ricordano quelli dei leggendari Bee Gees, che descrive una sensazione di ottimismo e pace raggiunta paradossalmente in seguito alla fine di una relazione amorosa, seguito da "Vienna", una canzona meno nota ma dal sapore romantico. Chiude "Aria di Mezzanotte", dove domina la sempre bella chitarra di Battaglia.
"L’ultima Notte di Caccia" è un gran bel brano. Ispirato dalla triste leggenda di Pohwa, un giovane indiano d’America che viene attirato in una trappola mortale da una donna bianca falsamente interessata a lui, presenta per contrasto un ritmo spumeggiante, veloce ed incalzante a sottolineare il rapido evolversi dell’azione. E’ un brano molto corale, con tastiere imponenti e con la solida chitarra rock di Dodi!
"Pierre" è un vero e proprio gioiello, uno dei brani più celebri del gruppo, che affrontava già negli anni 70 un tema, quello della cosiddetta diversità, che all’epoca era quasi un tabù. Questa versione live è davvero toccante, si crea una vera magia grazie al suono classico della magnifica chitarra Ovation di Dodi Battaglia, ai dolcissimi sintetizzatori di Facchinetti, che con la sua voce vellutata fa davvero la differenza.

Il Lato 3 si apre con quello che considero il capolavoro assoluto del disco: "Parsifal". Questa canzone è una vera e propria opera rock, una delle più grandi della musica italiana, eseguita dalla migliore band italiana! Il lungo rock progressive, ispirato alla storia del nobile cavaliere della tavola rotonda alla ricerca del Sacro Graal, presenta due magnifiche parti, la prima cantata mentre la seconda contiene quello che ritengo uno dei più grandi assoli di chitarra della musica italiana, eseguito dal miglior chitarrista italiano. Per questo grande musicista, vanno spese due parole in più. La sua eccelsa tecnica chitarristica è stata riconosciuta non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale: nel 1981 il giornale tedesco "Die Zeitung" ha conferito a Dodi Battaglia il titolo di miglior chitarrista europeo; analogo riconoscimento gli è stato dato dalla rivista "Der Spiegel" nel 1986. Nello stesso anno, anche la critica italiana gli conferisce il premio come miglior chitarrista italiano. Possiede circa 60 chitarre tra le più prestigiose al mondo, tra cui una Dodicaster, ossia una Fender Stratocaster personalizzata, costruita su sue specifiche tecniche e ovviamente a lui dedicata. In quest’esecuzione live è strepitoso, la sua chitarra è epica, maestosa, memorabile, non ha nulla da invidiare ai grandi maestri internazionali del genere.
"Canzone per l’Inverno", altro brano inedito scritto apposta per l’occasione ed eseguito per la prima volta nel live stesso, è sicuramente il migliore tra i due inediti presenti nel disco: qui la band cerca la collaborazione del pubblico, che ovviamente partecipa attivamente.
Il lato si conclude con la splendida "Chi Fermerà la Musica", altro capolavoro del disco, canzone che è un inno alla musica, dedicata apertamente alla memoria di John Lennon all’indomani della sua tragica scomparsa. Questa versione dal vivo è di altissimo livello, anche grazie all’ottima forma dei musicisti, esaltata dalla possente voce di Facchinetti.

Il Lato 4 è formato interamente dal lungo e celebre medley, che mi folgorò da ragazzo tanto che lo imparai a memoria per poi riprodurlo nelle schitarrate in spiaggia! Inizia con "Banda nel Vento", il brano autobiografico racconta la loro storia, sin dai tempi in cui c’era anche Riccardo Fogli, fatta di sacrifici, di km d’autostrada percorsi e di concerti fatti ovunque in attesa della fama. Segue "Quello che Non Sai", dai grandi cori così tipici del sound del gruppo. Poi prosegue con le celeberrime "Piccola Katy", "In Silenzio", "Tanta Voglia di Lei", "Pensiero", "Noi Due nel Mondo e nell’Anima", "Nascerò con Te". Una sequenza micidiale, tutta d’un fiato, di grandi successi che davvero non hanno bisogno di presentazioni, che manda in estasi gli spettatori! Il medley si chiude con la ripresa di "Banda nel Vento", la stessa canzone che l’aveva aperto, quasi a chiudere idealmente un ciclo d’indimenticabili successi.
Chiudono il live due brani strumentali, "Viva" e "Ancora tra un Anno", che è un arrivederci al proprio pubblico.

Con Palasport i Pooh chiudono un periodo d’oro della loro storia, prima di entrare in una fase più easy e commerciale. Dodi Battaglia si conferma un grandissimo chitarrista, è in una forma strepitosa specie in "L'ultima notte di caccia" e naturalmente in "Parsifal", mentre la possente voce di Roby Facchinetti è in un vero e proprio stato di grazia. Red Canzian e Stefano D’Orazio, oltre alla loro bravura tecnica, aggiungono invece simpatia e feeling col pubblico, con interventi parlati che si sentono specialmente nella versione in vinile.
Indubbiamente è un gran bel live, uno dei migliori dischi italiani dal vivo, rimasto nell’immaginario collettivo di una generazione, quella dei “ruggenti” anni ottanta!

Antonio Pezzullo