Gli scritti di Antonio Pezzullo
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ALAN SORRENTI - da Principe del rock progressivo a Re della disco-music italiana.
La pillola di oggi vuole ricordare un grande artista quasi dimenticato, anche se appena si sentono le prime note di un paio delle sue canzoni tutti le riconoscono! L'artista in questione è Alan Sorrenti che, dopo un esordio nel progressive rock, ha scritto e cantato brani che sono rimasti per sempre nell'immaginario collettivo, rappresentando vari generi: il soul funky di "Figli delle stelle", le due grandi ballate pop come "Tu sei l'unica donna per me" (vincitrice al Festivalbar del 1979) e "Non so che darei" (con cui ha partecipato per l'Italia all'Eurofestival nel 1980) e il brano in stile disco music di "Kyoko mon amour".
Qui però ho scelto la sua versione "disco-funky" di un classico della canzone napoletana: "Passione". Alan attinge alla grande tradizione musicale della sua terra natia e veste il celebre classico napoletano con la sua solita classe ed eleganza, accompagnato dalla sua straordinaria voce, in un genere mai applicato prima ad un classico. Per la sua straordinaria capacità innovativa nel leggere i grandi brani classici napoletani (operazione che come vedremo ripete più di una volta), Alan Sorrenti contribuisce anche lui a quel grande movimento musicale del suo tempo, nato all'ombra del Vesuvio, denominato "Neapolitan Power".
Nato a Napoli nel 1950 da padre partenopeo e madre gallese, Alan Sorrenti inizia la sua carriera agli inizi degli anni settanta, influenzato non solo dalla grande tradizione musicale della sua terra ma anche dal rock progressivo che è in voga in quegli anni.
Nel 1972 esordisce con un primo LP di grande livello "Aria", accolto in maniera entusiastica dalla critica. Ancora oggi, lo considera il suo miglior lavoro ed uno dei migliori dischi progressive-rock italiani. Inoltre, il disco ha una buona accoglienza anche tra il pubblico. E' un disco raffinato, elaborato, ricco di atmosfere sognanti, realizzato con un particolare uso della voce, modulata come uno strumento musicale. La title-track occupa tutto il lato A ed è un brano progressive di ampio respiro, che presenta elementi sinfonici d'atmosfera fiabesca, arpeggi acustici e suoni di violino. Sul lato B troviamo pezzi più moderati come lunghezza, ma sempre di valore, fra cui "Vorrei incontrarti", pezzo folk e romantico con grandi intrecci armonici tra chitarra acustica e classica. I restanti due brani ("La mia mente" e "Un fiume tranquillo"), hanno anche qualche elemento jazz. Nell'album suonano diversi artisti italiani e stranieri, tra cui spicca un giovanissimo Tony Esposito, già a suo agio tra batteria e percussioni e il maestro violinista Jean-Luc Ponty.
Il successivo album "Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto" del 1973 ripete solo parzialmente il fascino della sperimentazione in stile rock-progressivo del primo disco. Il miglior brano è la delicata "Serenesse" con il flauto di David Jackson, c'è anche un soft blues di "A te che dormi" e la velata cantilena di "Angelo".
Il terzo album è l'omonimo "Alan Sorrenti" del 1974. Qui avviene già un primo cambiamento: dal rock-progressivo sperimentale l'artista si orienta più verso il melodico ma spicca un'originale versione soul-blues di un brano classico napoletano come "Dicitancello Vuje", con cui l'artista omaggia la tradizione della musica classica partenopea mettendo al contempo in risalto la sua grande voce, accorata e sofferta, con un crescendo di falsetti e di acuti da brividi. Alan offre una lettura originalissima, modernissima e forse leggendaria del grande classico napoletano.
Nel 1976 Alan Sorrenti decide di dare un'ulteriore svolta alla sua musica ed insieme al suo produttore va a San Francisco realizzando il suo quarto album "Sienteme It's Time to Land" , con una band locale di "fusion" che lo accompagnerà in tour per una serie di concerti in Italia, arrangiati per l'occasione da Mark Isham, noto compositore americano di musiche per film. In questo disco ci sono molti brani scritti e cantati in inglese mentre altri sono in napoletano come la notevole "Sienteme", un altro notevole brano in cui fonde la melodia napoletana con gli arrangiamenti della west-coast americana, che rendono il brano un piccolo gioiello artistico.
Di ritorno dal tour, Alan Sorrenti si stabilisce definitivamente a Los Angeles dove risiede per ben cinque anni. Questa esperienza sarà fondamentale per la sua futura produzione musicale dato che abbraccia appieno il genere della disco-music e del funky che impazza in California. L'incontro con musicisti di altissimo livello tra cui il chitarrista e produttore Jay Graydon (allora produttore di Al Jarreau), lo porteranno a sfornare una trilogia di album che sarà destinata a restare nella storia della musica pop-dance italiana!
Nel 1977 esce il suo album di maggior successo, il celeberrimo "Figli delle Stelle" che vende oltre un milione di copie solo in Italia. La funky-disco "Figli delle stelle" sbanca le classifiche e diventa una delle bandiere della dance italiana. E' lo stesso chitarrista-produttore Jay Grandon che gli suona il famoso reef iniziale di chitarra mentre nel disco suonano altri grandi musicisti americani come il celebre pianista David Foster ed il bassista David Hungate dei Toto. Un altro bellissimo pezzo dell'album è l'originalissima versione disco-funky di "Passione" di cui ho già parlato sopra.
Il grande successo commerciale però non gli viene perdonato dalla critica e dai fan della prima ora, gli intransigenti del rock progressivo, che lo considerano come una sorta di "tradimento". Solo dopo diversi anni, "Figli delle stelle" come tutti gli LP della "Trilogia disco" saranno rivalutati anche presso le nuove generazioni.
Nel 1979 fa uscire un altro album di grandissimo successo: "L.A. & N.Y". Esso contiene la canzone forse più popolare in assoluto, la celebre ballata "Tu sei l'unica donna per me" che diventa la regina dell'estate 1980, con la vittoria finale al Festivalbar. Il brano diventa anche un'incredibile hit internazionale, che scala le classifiche di tutta Europa! Anche in questo disco con Alan suonano quei fenomenali musicisti californiani come Steve Lukather e Mike Porcaro dei Toto, oltre a Jay Graydon che è anche il produttore.
La stessa formula si ripete nell'album successivo "Di Notte" del 1980, trascinato in classifica dalla soft ballata "Non So Che Darei", che Alan porta per l'Italia all'Eurofestival arrivando al 6' posto. Questo stesso brano ha anche una versione in inglese "If you need me now". E' l'unico brano in inglese presente nell'album che contiene tutti brani in italiano, a differenza dei due precedenti dove c'era una certa commistione. Si completa, quindi, la trasformazione di Sorrenti da cantante d'avanguardia a stella dell'easy listening tricolore.
Già dal singolo successivo "La strada brucia" - incluso nell'album Angeli di Strada (1982) - Alan Sorrenti mostra segni d'insofferenza verso l'etichetta "commerciale" che gli è stata affibbiata e inizia una specie di cammino etnico-spirituale che si concretizza in un brano mistico "Non si nasce mai una volta sola" (dall'album Bonno Soku Bodai del 1986). Inizia il declino musicale dell'artista anche per effetto di una serie di vicende legate alla sua vita privata che non favoriscono la sua creatività.
Qualche anno più tardi Alan Sorrenti registra con nuovi arrangiamenti la maggior parte dei suoi brani più celebri in un album dal titolo Radici (1992). Qui suonano alcuni grandi musicisti del "Neapolitan Power" come James Senese, Tony Esposito, Rosario Jermano, oltre alla sorella Jenny Sorrenti, e vede la partecipazione straordinaria di Phil Manzanera dei Roxy Music. E' un disco di gran classe che presenta un pizzico di nostalgia dei tempi che furono.
Negli anni duemila la sua attività si è notevolmente ridotta ma ha partecipato a diverse iniziative umanitarie. Ha continuato a pubblicare nuovi album ma non ha mai più raggiunto il successo degli anni d'oro.
Nonostante ciò, la sua impronta nella musica italiana resterà indelebile fino a quando ci sentiremo tutti...figli delle stelle!
Antonio Pezzullo
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