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Massimo Di Quirico

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Gli scritti di Antonio Pezzullo








Deep Purple - Il vibrante suono dell'Hard Rock




      Cari amici, prendetevi 10 minuti di pausa, mettetevi gli auricolari ed ascoltate questo brano in religioso silenzio fino alla fine! Questa canzone ha contribuito a scrivere la grande storia del Rock: se i Led Zeppelin stanno alla destra dell'hard Rock, i Deep Purple stanno sicuramente alla sinistra!

      Il brano in questione è "Child in Time" del gruppo inglese "Deep Purple" ed è un capolavoro senza tempo, tratto dal mitico LP "Deep Purple in Rock" del 1970, considerato a sua volta una pietra miliare.

      Tante sono le caratteristiche che hanno reso leggendaria questa canzone, considerata come una breve "opera rock", dalla durata di oltre 10 minuti fino alla sua complessa struttura musicale. Partiamo dall'enigmatico testo, dove un adulto (probabilmente un soldato americano in Vietnam tenuto conto del periodo storico in cui fu scritta la canzone) rivolge un monito ad un innocente bambino, mettendolo in guardia sulla linea di demarcazione tra il bene e il male. Il brano è un vero e proprio "grido di dolore" contro tutte le guerre, evidenziato dai celeberrimi vocalizzi di Ian Gillan, che usa la sua potente voce come uno strumento musicale, senza mai perderne il controllo. La straordinaria "suite musicale" inizia con una lieve linea di basso accompagnata dai piatti della batteria appena sfiorati e dal dolce suono dell'organo elettrico. La voce si adegua a questa inusuale dolcezza iniziale, poi progressivamente aumenta la sua potenza seguendo il crescendo musicale fino a diventare un acutissimo grido di dolore, quasi a spaventare il bambino del testo. Una volta che la canzone è esplosa nella prima parte rock, entra la sublime chitarra solista di Blackmore che ci regala un indimenticabile assolo tra i più belli della storia della musica, rafforzato nella sua seconda parte - stavolta hard rock - anche dal caratteristico suono dell'organo di Lord che duetta con la chitarra. Sul punto più alto della canzone, all'improvviso si ferma la musica! Si ritorna così al dolce tema iniziale, dove la voce ripete le parole precedenti ed inizia il secondo crescendo. Ci si attenderebbe un finale duro e ruvido ma c'è ancora un improvviso cambio di ritmo dato da un lungo accordo accompagnato dall'organo elettrico, fino al vorticoso finale dove tutti gli strumenti (voce compresa) si aggregano in un grandioso "effetto orchestrale", che ricorda vagamente il famoso finale di A Day in the Life dei Beatles. Un'ultima curiosità sul brano: durante il periodo della guerra fredda, "Child in Time" venne scelto come inno alla libertà dai gruppi anticomunisti dei paesi dell'Est contro il regime sovietico.

      La storia di questo grande gruppo musicale inglese è molto complessa, per le continue entrate ed uscite di vari musicisti. Mi limiterò alle formazioni che tradizionalmente sono considerate le più significative, ossia le prime quattro.

      La prima band dei Deep Purple si formò verso la fine degli anni sessanta attorno all'organista Jon Lord ed al chitarrista Ritchie Blackmore che venivano entrambi da una formazione musicale di stampo classico, con influenze rhythm & blues. Gli altri componenti iniziali erano il batterista Ian Paice, il cantante Rod Evans ed il bassista Nick Simper. Questa prima formazione dei Deep Purple viene comunemente definita come Mark I

      L'album di debutto "Shades of Deep Purple" venne pubblicato nel 1968, dove accanto ad alcuni brani originali c'erano diverse cover. Il repertorio era ancora acerbo, basato sul rock psichedelico e progressivo in voga in quegli anni. Il loro brano di punta Hush, una cover pop-rock, ebbe un ottimo successo negli USA e Canada mentre ebbe poca risonanza in Europa. Da notare che tra le varie cover c'era anche una versione particolare di Help dei Beatles, che piacque peraltro anche a Paul McCartney che li incoraggiò nel loro percorso artistico.

      Il secondo album "The Book of Taliesyn" fu pubblicato sempre nel 1968 e seguiva il solco del precedente lavoro, con un insieme di brani originali e cover (c'era ancora un'altra dei Beatles: We can work it Out). Basato anch'esso sul rock progressivo, il gruppo non aveva ancora trovato una sua identità musicale. Se il disco non confermò il successo commerciale del precedente, diede però loro qualche brano in più per cominciare così le prime lunghe tournèe, che furono utili per ricercare quel loro futuro e caratteristico sound che si baserà sull'organo Hammond di Lord e sulla chitarra di Blackmore.

      Il successivo disco omonimo "Deep Purple" del 1969 rappresentava già una prima evoluzione: i brani erano più convincenti, prevaleva sempre il rock progressivo ma s'iniziava ad intravedere anche qualche traccia di rock più pesante, grazie anche a Blackmore che emergeva con la sua tecnica chitarristica. Il disco non ebbe brani di punta che entrarono in alta classifica.

      La svolta avvenne proprio alla fine del 1969 dove i leader Lord e Blackmore intuirono che per migliorare la band bisognava fare un cambiamento, andando verso quel nuovo genere "hard rock" che era stato loro mostrato dai primi dischi dei Led Zeppelin che ammiravano molto. Per fare questo, dovevano ricercare soprattutto una voce potente che sapesse cimentarsi in questa nuova tendenza. Così vennero ingaggiati il bassista Roger Glover ed il cantante Ian Gillan. La scelta si rivelò azzeccata anche perchè i due già collaboravano insieme, anche nella scrittura delle canzoni. La nuova band, nota come Mark II, sarà in assoluto quella che scriverà le loro pagine musicali più belle.

      Il nuovo corso ebbe prima una breve parentesi sinfonica, dove Lord coinvolse il gruppo in un progetto sperimentale di un concerto sinfonico per gruppo e orchestra. Nel frattempo, lo stesso Lord apportò un'innovazione tecnica: per rendere il suo suono sufficientemente duro da poter assomigliare ad una chitarra elettrica, attaccò l'uscita del suo organo elettrico all'amplificatore per chitarra Marshall, rendendo così il sound dei Deep Purple unico nel suo genere. In una celebre intervista Lord rivelò: "amplificai il mio organo invece che col Leslie col Marshall di Ritchie ed è così che svegliai la bestia; solo due anni dopo riuscii a domarla al massimo delle sue potenzialità". Nel frattempo il cantante Ian Gillan veniva ingaggiato nel celebre musical "Jesus Christ Superstar", un'opera rock dove interpretava magistralmente la voce di Gesù, che successivamente avrebbe avuto una fortunata trasposizione cinematografica.

      Finalmente nel 1970, poco prima dell'uscita del nuovo LP, la rinnovata band fece uscire il singolo "Black night", un aggressivo hard-blues che divenne il loro secondo grande successo internazionale dopo Hush. Sulla scia di questo singolo di successo, nello stesso anno venne pubblicato il celeberrimo LP "Deep Purple In Rock", uno dei loro capolavori assoluti. E' un disco dotato di grande energia musicale, con un suono volutamente duro, pesante ma al contempo curatissimo, pieno di notevoli brani. La band mette finalmente in risalto il loro tipico sound, influenzato dall'organo di Lord, dalla chitarra di Blackmore e dalla potente voce di Gillan. La copertina dell'album è tra le più celebri della storia della musica, con i loro 5 volti scolpiti (come i 4 famosi presidenti) sul Monte Rushmore negli USA. I brani iconici di questo capolavoro sono il già citato "Child in Time" e "Speed King", oltre a "Black Night" che fu inserita come bonus track in una ristampa successiva. Con questo disco finalmente conquistarono anche il mercato europeo oltre a quello americano. Il tour che ne seguì consacrò i Deep Purple ai vertici della scena rock mondiale.

      Sulla scia dell'immenso successo del precedente album, i loro discografici subito premettero per un seguito. Così nel 1971 venne pubblicato il nuovo album "Fireball", dove ci sono alcuni timidi tentativi di cambiamento, pur essendo come detto un lavoro fatto un po' troppo in fretta. Paradossalmente anche la copertina dell'album esprime questo momento, dato che presenta i volti dei 5 componenti avvolti in una palla di fuoco che sembra una cometa. E' un album dal sound meno duro rispetto al precedente, che viene attenuato dalla ricerca di un suono più pulito. L'album si apre e si chiude con due brani duri, rispettivamente con la title track Fireball e No One Came. Nel mezzo ci sono altri pezzi vagamente psichedelici come "The Mule" che è ispirato al celebre personaggio fantascientifico presente nel "Ciclo delle Fondazioni" dello scrittore Isaac Asimov, oppure il rock-blues di Demon's Eye. Il disco venne ben accolto dal pubblico anche se non raggiunse le vette di vendite del precedente. Poco male perchè la loro fama era ormai di caratura mondiale.

      Lo splendido album successivo "Machine Head" pubblicato nel 1972 è considerato un'altra pietra miliare dell'Hard Rock. Questo è il classico disco che non fa solo la storia della musica ma contribuisce ad inventarla. La stessa emblematica copertina sembra che vada in questa direzione: il nome della band ed il titolo dell'album, in un particolare effetto specchio, sembrano essere scolpiti nella pietra e sotto ci sono le loro 5 sagome. Brani come "Maybe I'm a Leo" e "Lazy" sono basati sul blues e mostrano come Blackmore sappia proporre non solo assoli duri ma anche più delicati. Il brano "Pictures of Home" ha la caratteristica di presentare ben quattro assoli: inizia la batteria di Paice seguìto dalla chitarra di Blackmore, dal piano di Lord e dal basso di Glover. La voce di Gillan si muove come sempre con grande sicurezza tra i suoi straordinari vocalizzi e l'organo di Lord contribuisce come sempre a dare quel suono così caratteristico della band. I due capolavori assoluti del disco sono però "Highway Star" e "Smoke On The Water". Entrambe le canzoni hanno storie molto curiose. La prima nacque in un bus di trasferimento tra un concerto e l'altro, quando un giornalista chiese a Blackmore e Gillan come scrivevano le loro canzoni. Il chitarrista prese la chitarra in mano ed improvvisò un riff mentre Gillan subito lo seguì cantandoci sopra un testo improvvisato. Il brano incredibilmente venne completato in giornata e la sera stessa lo eseguirono dal vivo, ancora prima dell'incisione ufficiale. Il testo descrive una pazza corsa a bordo di una corazzata macchina da guerra, guidata da un folle pilota innamorato della velocità. La canzone ha un ritmo continuo, in un crescendo inesorabile intramezzato da due assoli memorabili: il primo è quello del mitico organo hammond di Lord che s'ispirò alla musica classica di Bach, il secondo magnifico è della chitarra di Blackmore, che è ritenuto uno dei migliori assoli di chitarra mai scritti, che a sua volta ispirò tanti chitarristi successivi come Mark Knopfler dei Dire Straits. Il brano divenne amatissimo dai fan e spesso era quello che apriva i loro mitici concerti. Il secondo fortunato capolavoro fu "Smoke on the Water", che nonostante fosse inserito nel lato B dell'LP, quasi come se fosse un riempitivo, ebbe un successo commerciale insperato. Il brano fu scritto a seguito dell'incendio del Casinò di Montreux, sul lago di Ginevra, avvenuto nel 1971, causato da un razzo segnaletico sparato da un folle spettatore al concerto di Frank Zappa. I Deep Purple, che si trovavano in un albergo della città in attesa di poter incidere il loro nuovo album, videro il fumo che s'innalzava sull'acqua del lago e le fiamme che divampavano in cielo (come dice il testo della canzone). A parte lo splendido groove della batteria di Paice, il riff di chitarra di Blackmore è uno dei più conosciuti della storia della musica e chiunque abbia preso una chitarra in mano ha almeno una volta provato perlomeno a strimpellarlo!

      Nel 1972, sull'onda dei grandi successi degli album precedenti, i Deep Purple fecero una breve tournèe in Giappone da dove venne tratto il celebre "Made In Japan", un doppio album dal vivo che è ritenuto uno dei live più significativi della storia del rock. Il gruppo è in gran forma, in uno stato di grazia tale che sforna una prestazione eccezionale, un disco live nudo e crudo basato solamente sulla bravura tecnica dei musicisti senza sovra incisioni da studio o manomissioni tecniche. Al punto che il bassista Roger Glover lo definì: "il disco più onesto della storia del rock". Considerato le tecniche di registrazione dell'epoca, è un disco che sorprende per la qualità d'esecuzione senza trucchi e senza inganni, al punto che diventerà uno dei primi dischi live rock di successo e successivamente il disco live per eccellenza. Esso si apre con una leggendaria e lunga versione di Highway Star e contiene tutti i successi dell'epoca d'oro come Child in Time, il cui assolo di chitarra è più lungo e si discosta da quello classico in studio, la celeberrima Smoke on the Water che manda in delirio il pubblico nipponico, The Mule con il lungo assolo di batteria di Ian Paice che dimostra tutta la sua bravura tecnica, ecc.

      Ma tutto quest'enorme successo travolse il gruppo e fece aumentare le pressioni e le tensioni al suo interno. Proprio in questo clima nacque nel 1973 "Who Do We Think We Are", un disco che comunque sfornava ottimi brani come Woman From Tokio e Smooth Dancer. Sarà purtroppo l'ultimo disco del cosiddetto Mark II. Infatti, poco dopo la fine delle registrazioni, Gillan e Glover lasciarono il gruppo per lanciarsi nelle rispettive carriere soliste.

      Blackmore e Lord sostituirono i due fuoriusciti chiamando nel gruppo il cantante e bassista Glenn Hughes ed il cantante David Coverdale. Si forma così la nuova band che sarà indentificata come Mark III.

      Agli inizi del 1974 uscì "Burn", un LP dove il sound cambiava ancora, orientandosi più al boogie, al soul e funky. E' comunque un ottimo disco, con buone canzoni come la title track che presenta l'ottimo riff ed assolo di Blackmore insieme al celebre assolo "barocco" del piano di Lord, il notevole groove di Paice e la calda voce di Coverdale. Nel disco ci sono diversi brani cantati anche dalla voce di Hughes.

      Purtroppo, da questo punto in poi, la formula musicale dei Deep Purple si limitò a ripetere sempre loro stessi, con poca creatività. Probabilmente Lord e Blackmore se ne accorsero e nel successivo album "Stormbringer" (1974) tentarono di svoltare verso diverse sonorità, in particolare funky e soul. Si avvertiva però una certa stanchezza compositiva, tanto che i brani più tipicamente hard-rock erano i più deludenti. Con questi ultimi due LP finiva la Mark III.

      A questo punto anche Ritchie Blackmore, insoddisfatto dai risultati di Stormbringer, abbandonò il gruppo. I Deep Purple persero così il loro leader principale e molti pensarono che il gruppo fosse destinato allo scioglimento.

      Nel 1975 venne pubblicato "Come Taste The Band", con alla chitarra il semi-sconosciuto Tommy Bolin. La formazione ebbe vita breve e durò solo una stagione: prenderà il nome di Mark IV. Il risultato non fu esaltante. Molti fan addirittura non considerano questo disco come un vero disco dei Deep Purple, proprio per essere completamente diverso da quelli dell'epoca d'oro. Ma la crisi era ormai irreversibile, e dopo il consueto tour, la band annunciò il proprio scioglimento nel 1976. Finì così la gloriosa storia di una delle band più famose della storia del Rock. Il gruppo rinascerà successivamente nel 1984 e tra alti e bassi continuerà la loro carriera ma sarà solo un lontano ricordo di se stesso.


      I Deep Purple sono stati uno dei gruppi seminali dell'hard Rock, tra i più influenti della storia della musica. Come abbiamo visto, nonostante i loro primi tre dischi debbano essere annoverati nel Rock Progressivo, è solo dal celebre quarto disco "Deep Purple in Rock" che possono essere considerati i pionieri dell'hard rock insieme ai Led Zeppelin ed ai Black Sabbath, sebbene quest'ultimi in misura minore perchè più orientati verso l'heavy metal.

      Nel corso della loro carriera hanno venduto più di 100 milioni di dischi. Sono stati anche certificati dal Guiness dei Primati come la "band più rumorosa del mondo" quando nel 1972 durante un concerto fecero svenire tre spettatori per gli elevati decibel emessi. Infine, nel 2016 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame, il prestigioso museo americano dedicato alla memoria perenne dei più grandi personaggi ed artisti che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia della musica mondiale.

      Per questo, il loro intenso porpora non sbiadirà...

Antonio Pezzullo