Gli scritti di Antonio Pezzullo
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BURATTINO SENZA FILI: una pietra miliare della musica italiana!
"Burattino Senza Fili" è un geniale album musicale del cantautore Edoardo Bennato pubblicato nel 1977.
Costituisce uno dei primi nonchè più grandiosi "concept album" italiani, dove la favola di Pinocchio è il filo conduttore che collega tutti i brani dell'album in un mirabile progetto unitario. Il disco è una rivisitazione, in chiave metaforica, delle avventure del celebre burattino di Collodi che viaggiano su due binari paralleli: in uno c'è l'episodio (o il personaggio) della favola di Pinocchio e nell'altro c'è il punto di vista del cantautore adattato ai tempi moderni.
Probabilmente, l'ispirazione di questo lavoro tematico nacque qualche anno prima, quando Bennato compose "Franz è il mio Nome", tratto dall'album "La Torre di Babele" del 1976: in questo brano, basato su una profetica visione dell'abbattimento del muro di Berlino, c'è il primo accenno premonitore alla favola di Pinocchio, quando l'autore canta la strofa "E come Pinocchio non crederai ai tuoi occhi quando vedrai il paese dei Balocchi" riferendosi alla sorpresa della vista delle prime scintillanti vetrine di Berlino Ovest.
"Burattino Senza Fili" fa parte della celebre "Trilogia delle Favole", tre dischi sequenziali dove il geniale artista utilizza una favola differente come filo conduttore per denunciare i mali ed i paradossi della società del suo tempo. La prima è appunto quella di Pinocchio, la seconda è quella di Peter Pan (Sono Solo Canzonette) e la terza è quella del Pifferaio Magico (E' Arrivato Un Bastimento).
Delle tre, Burattino senza fili è probabilmente l'opera più corale realizzata pur concepita in anni (di piombo) difficili nella storia del nostro paese: è un potente manifesto alla libertà, contro ogni forma di conformismo e di violenza.
Grazie alla sua acuta formazione culturale, Edoardo scrive dei testi particolarmente graffianti, sarcastici e satirici. Nonostante il suo provocatorio intento di scombinare le regole attraverso una dura critica di natura politica e sociale (si scaglia metaforicamente contro tutto e tutti), riesce però a non essere mai offensivo, merito della sua indomabile vena (auto)ironica.
D'altro canto, grazie alla sua vasta formazione musicale che spazia da Dylan a Berry, da Rossini ad Elvis, Edoardo conferma in questo disco l'impronta folk della musica d'autore, tanto cara ai cantautori italiani ma allo stesso tempo è un innovatore perchè riesce ad apportare un'impronta blues ma soprattutto rock che non si era mai sentita tra i cantautori prima del suo arrivo.
Infine, Edoardo si avvale di musicisti di alto livello, facenti parte del grande movimento musicale nato all'ombra del Vesuvio denominato "Neapolitan Power", che faranno la fortuna non solo sua ma anche di altri grandi artisti come Pino Daniele. Sono solisti di talento come Ernesto Vitolo al pianoforte, Gigi De Rienzo al basso, Tony Di Mauro alla chitarra, Roberto Fix al sax, Tony Esposito alle percussioni e naturalmente lui stesso alla voce, armonica e chitarra. Nel disco c'è anche il batterista milanese di formazione jazz Sandro Lorenzetti ed il significativo apporto del chitarrista blues romano Roberto Ciotti.
Il disco ebbe un enorme successo di critica e di pubblico tanto che risultò il disco più venduto in Italia nel 1977. La copertina è basata su una bella foto dell'autore seduto in un ufficio che guarda verso il pubblico, con un burattino di legno sdraiato in alto alla stessa. Sotto troviamo la solita scritta Edoardo Bennato con dei fili che collegano l'inseparabile armonica, un suo marchio di fabbrica. Bellissimo è anche il packaging del vinile, che si apre come un libro, formato da più pagine interne con foto e disegni, dove i testi delle canzoni sembrano i capitoli della favola di Pinocchio.
Partiamo dal gioiello che apre l'album, uno dei brani più belli e significativi dell'intero lavoro: "E Stata Tua la Colpa". Volutamente l'autore non segue un ordine cronologico preciso. Il brano infatti inizia proprio dove tradizionalmente finisce la favola, ossia quando Pinocchio è diventato bambino e dovrebbe iniziare a vivere normalmente nella società. Ma una volta "diventato come uno di noi", il povero Pinocchio rimpiange la vecchia condizione, ora non si sente più libero di fare le marachelle di quando era burattino, infatti è prigioniero metaforicamente di quei fili che la società inevitabilmente gli mette coi suoi condizionamenti e con le sue rigide regole ("e come rimpiangi quei giorni che eri tu, un burattino ma senza fili, e invece adesso i fili ce l'hai"). Musicalmente il brano è una splendida ballata folk, che si apre con un assolo d'armonica di grande fascino, suonato dallo stesso Edoardo. La canzone è dominata dal ritmo delle stupende chitarre acustiche; notevoli sono anche le percussioni di Tony Esposito a cui si aggiunge la chitarra solista blues di Ciotti che va a mettere la classica ciliegina sulla torta.
"Mangiafuoco" è il primo personaggio (dopo Pinocchio) che troviamo nel disco, è il simbolo del potere precostituito che impone le sue regole e nessuno può sottrarsi ad esse perchè "se si accorge che i fili non ce l'hai, il ballo non lo fai, allora sono guai". Bennato lo colloca provocatoriamente anche al di sopra dei "capi di partito". Il brano ha un ritmo frenetico dettato dalle notevoli chitarre acustiche che, con l'aggiunta del suono di un sintetizzatore, producono un rock molto originale.
Uno dei brani più soft dell'album è "La Fata", altro personaggio chiave della favola. Il testo però prevale anche sulla dolce ballata poichè è sempre attuale: la fata rappresenta tutte le donne che sono soggette alle vessazioni dall'universo maschile (tu sei quella che paga di più, se vuoi volare ti tirano giù). Edoardo si schiera decisamente dalla parte della fata (e quindi delle donne) poichè non è utopistico nella società attuale il rischio di essere trattata come una strega qualora voglia maggiormente emanciparsi. Quanto è attuale ancora oggi!
"In Prigione in Prigione" è ispirato dall'episodio dove Pinocchio, dopo essere stato derubato di 4 monete, denuncia il furto a un giudice che paradossalmente lo condanna ad andare in prigione. La canzone è una pungente satira al potere giudiziario corrotto, che rischia di mandare in galera anche gli innocenti come Pinocchio e non solo ("e tutti i professori, medici e dottori, notabili e avvocati, e tutti i capi dei sindacati, tutti! Tutti quanti in prigione"). Musicalmente è uno scatenato Rock 'n Roll trascinato dal virtuosismo pianistico di Ernesto Vitolo. Il finale del brano è una sorta di sarabanda dove lo stesso giudice (divenuto alter ego di Edoardo) viene portato via dai gendarmi: si raggiunge il culmine del sarcasmo e dell'autoironia.
"Dotti Medici e Sapienti" è una canzone di chiara ispirazione lirica, un pezzo da operetta la cui idea si svilupperà ancor di più nei successivi album. Molto originale è l'ironico testo che ci riporta ad una specie di congresso di vari personaggi (richiamati nel titolo) che sono al capezzale del giovane malato (riprendendo la scena del burattino ammalato a casa della Fata), dove ognuno "sputa" la propria sentenza senza alcuna giustificazione concreta, fino all'imprevisto finale in cui lo stesso Edoardo s'intrufola direttamente nella vicenda, invitando Pinocchio ad "alzarsi e scappare anche se si sente male, che se si vuole salvare, deve subito scappare". Una genialata pazzesca!
"Tu Grillo Parlante" è un bel rock-blues dominato dalla tagliente chitarra di Ciotti. Rispetto al personaggio positivo della favola (è la coscienza educatrice che cerca di dare dei buoni consigli a Pinocchio), nel suo testo Edoardo critica il metodo del grillo che propone al burattino dei doveri senz'anima e ne approfitta per fare una pungente satira a tutti coloro che si credono i depositari della verità e della cultura ufficiale senza dare voce alla fantasia delle persone, un tema che svilupperà maggiormente nell'album successivo.
"Il Gatto e la Volpe" è il brano più celebre dell'album, un Rock 'n Roll di grande impatto che, attraverso le figure dei due scaltri personaggi della favola, fa la parodia ai discografici (e impresari in genere) senza scrupoli che sfruttano il talento degli artisti per fare affari ed arricchirsi alle loro spalle ("tu ci cedi tutti i diritti e noi faremo di te un divo da hit parade!"). E' forse il Twist più "impegnato" mai composto da un cantautore italiano che col tempo è diventato un brano cult, amatissimo e conosciutissimo dal pubblico.
"Quando sarai Grande" è un altro capolavoro del disco che chiude idealmente il cerchio inziale. Pinocchio è ormai cresciuto ed ha scoperto che tutte le aspirazioni e i sogni di quando era bambino si scontrano con la dura realtà del mondo dei grandi, un mondo che è molto diverso da quello che immaginava da piccolo. Il testo malinconicamente gli ricorda che "ti hanno iscritto ad un gioco grande, se non comprendi, se fai domande, ti dice: è presto, quando sarai grande saprai il perchè". Musicalmente è una splendida ballata folk che chiude magistralmente il disco.
In realtà l'album finisce con una sorprendente traccia fantasma, ossia la versione strumentale di "Dotti Medici e Sapienti" che aveva aperto lo stesso lato B. L'opera è d'ispirazione mozartiana-rossiniana che dimostra l'eclettica formazione musicale del grande artista.
Nella speciale riedizione celebrativa del 2017, in occasione del cinquantennale dell'album, Bennato ha aggiunto ai brani originali altri tre brani inediti: Mastro Geppetto, Lucignolo e Che Comico il Grillo Parlante. Curiosamente questa riedizione ha una copertina simile all'ambientazione originale: in pratica è la stessa foto scattata però 50 anni dopo!
Come lo stesso autore ha affermato in una recente intervista, "Burattino Senza Fili è un album molto attuale. Oggi come allora, Mangiafuoco, il Grillo parlante, il Gatto e la Volpe raccontano le contraddizioni della politica, della società, della vita, in modo scanzonato e leggero."
Nel 2016 Burattino Senza Fili è diventato persino un musical di successo per cui la favola continua...
Antonio Pezzullo
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