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Massimo Di Quirico

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Gli scritti di Antonio Pezzullo








Il ritorno dei Simply Red:
concerto di Assago del 16/12/2022



      Era molto atteso il ritorno in Italia dei Simply Red, la band britannica che ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo, soprattutto a cavallo tra gli anni 80 e 90, dove portò al successo mondiale il suo inconfondibile stile musicale, fatto di una miscela vincente e convincente di Pop e Soul, Funky e R&B.

Dopo oltre sette anni di assenza nel nostro paese, il grande concerto al Forum di Assago ha chiuso le uniche tre tappe italiane del “Blue Eyed Soul Tour”. Il palazzetto della musica era gremito nonostante lo sciopero generale dei trasporti che ha costretto molti spettatori ad attrezzarsi con il “fai da te” per arrivare in tempo utile a godersi uno spettacolo che aspettavano da tempo. In effetti questo concerto si sarebbe dovuto tenere il 16 novembre 2020 ma la pandemia ha stravolto tutti gli appuntamenti live e dopo essere stato rinviato a fine 2021, si è tenuto finalmente il 16 dicembre 2022.

La serata è stata aperta puntualmente alle ore 20 da un gruppo di apertura, denominata “Luke Andrews Band”, che ha suonato il proprio repertorio per circa 50 minuti. Una buona musica che ci auguriamo porti bene alla giovane band austriaca.

Poco dopo le 21 sono entrati in scena i Simply Red accolti con un’ovazione dal numeroso pubblico presente. Mick Hucknall, carismatica voce e leader del gruppo, all’apertura del concerto, nel ricambiare l’affettuoso saluto dei presenti, ci ha anche ironizzato sopra in stile British humor, ringraziando, nel suo stentato italiano (adora il nostro paese e soggiorna spesso nella sua casa in Sicilia), il pubblico per aver aspettato questi due anni e soprattutto per essere “tutti sopravvissuti al Covid”, lui che in effetti ha patito in prima persona il contagio, non solo nella sua fase acuta ma soprattutto per gli effetti del “long Covid” che ha dovuto superare.

Ad Assago si è fatto trovare però in una forma a dir poco smagliante, nonostante i due concerti consecutivi tenuti il 14 a Roma ed il 15 dicembre a Padova. La tappa milanese ha dunque chiuso la mini tournée italiana ed il grande artista come al solito, supportato da una magnifica band, non ha voluto sfigurare.

Il concerto si è aperto con la raffinata You’ve Got It, pezzo di gran classe tratto dall’album A New Flame che personalmente considero uno dei loro capolavori. Con i tre brani consecutivi Say You Love Me, You Make Me Feel Brand New e For Your Babies (tratti rispettivamente dagli album Blue, Home e Stars) la band è entrata subito nel vivo fino a culminare nell’intensa e celeberrima Holding Back The Years, tratta dal primo strepitoso album d’esordio Picture Book, che ha strappato applausi a scena aperta, con la magnifica voce di Mick che “apriva le acque” non solo delle emozioni ma anche dei ricordi. Qui il grande artista ha dimostrato ancora una volta, qualora ce ne fosse stato bisogno, che a 62 anni suonati ha ancora una voce meravigliosa che soddisfa qualsiasi raffinato palato musicale, anche il più esigente.
Questo stupendo brano, che alla sua uscita nel 1986 divenne numero uno in America e in tutto il mondo, è particolarmente caro al “rosso” (così come affettuosamente viene chiamato Mick dai suoi fan) sia perché fu da lui scritto giovanissimo a soli 17 anni (perfezionato successivamente quando faceva ancora parte dei “Frantic Elevator”, suo primo gruppo), sia perché profondamente autobiografico in quanto ricorda la sua difficile infanzia ed il problematico rapporto con la madre che abbandonò la famiglia quando lui aveva solo tre anni. Del resto, tutto il magnifico disco d’esordio (Picture Book), con la celebre copertina di Mick travestito come un novello Oliver Twist, aveva dei testi molto profondi che affrontavano tematiche sociali come l’emarginazione, la solitudine e la povertà, paradossalmente in contrasto con le trascinanti e briose melodie pop-funky arricchite da una buona dose di soul, influssi che caratterizzeranno tutta la produzione musicale della band.

Ritornando al concerto, il gruppo ha concentrato nella prima parte dello spettacolo il loro repertorio più soft, delicato e romantico. Si è venuta a creare così un’intensità emozionale che ha trasmesso a tutto il pubblico, dove la maggioranza dei presenti era intorno alla cinquantina, con numerosi figli al seguito per fortuna strappati alla musica mediocre di oggi…non me ne vogliano i più giovani ma purtroppo è così, pur con qualche piacevole eccezione.

ll brano Thrill Me (tratto dall’altro album capolavoro Stars) ha introdotto invece la parte più ritmica del repertorio, con il magnifico assolo del sax di Ian Kirkhamal, membro storico della band. Spesso si tende superficialmente a identificare i Simply Red solo con il frontman Mick Hucknall: anche se questo in parte è vero per il grande carisma e talento del cantante, è pur vero che nel corso del tempo si sono succeduti diversi musicisti di valore che hanno sempre mantenuto alto il livello musicale del gruppo.

Lo spartiacque del concerto è stato il brano A New Flame, dall’omonimo album, il cui groove ha iniziato a far alzare dalle comode sedioline del Palazzetto tutti gli spettatori, seguito dal celeberrimo It’s Only Love (sempre tratto dall'LP A New Flame) che è – per chi non lo sapesse - l’omaggio di Nick ad uno dei suoi idoli giovanili, quel Barry White tanto amato che ha influito non poco sulla sua formazione musicale che, partendo dal Soul nero del maestro, è riuscito a creare un personalissimo stile che potremo definire Soul bianco, caratterizzandone lo stile inconfondibile della band.

L’apoteosi si è avuto con le prime note di Come To My Aid (tratto dall’LP Picture Book) stupendo brano dalle sonorità dance-funky, dove (nell’incisione originale) le geniali tastiere del compianto Fritz McIntyre e le immense doti vocali del “rosso” spadroneggiano! Da questo momento il concerto è diventato una specie di revival-dance anni 80-90 ed il pubblico non è più riuscito a stare seduto: Ain’t That a Lot of Love, Stars, Sunrise, Something Got Me Started, brani (tratti da vari LP come Stars e Home) sparati in una sequenza da urlo e dal ritmo incalzante al punto che sembrava che ballassero persino le sedie del palazzetto! A chiudere questa sequenza da favola l'originale Fairground (tratto dall’album Life), uno dei miglior brani pop degli anni novanta, con quel ritmo molto particolare, una specie di samba dominata da incessanti percussioni davvero originali in un brano pop. Si è chiusa così la prima parte del concerto dopo quasi due ore, passate purtroppo troppo in fretta!

Richiamati dalle ovazioni del pubblico ormai in delirio, gli artisti sono rientrati e Mick ha intonato un brando inedito “Better with You”, dove prima ha insegnato al pubblico a fare il coro e poi l’abbiamo cantato tutti insieme!
Il concerto si è chiuso con due brani iconici, diversi eppure magnificamente capolavori della band: il primo è stato il celebre Money’s To Tigh (to Mentions), tratto dall’album Picture Book, dal ritmo travolgente ed inconfondibile, e l’indimenticabile If You Don’t Know Me By Now (ennesimo masterpiece tratto dall’album A New Flame) dove ancora una volta la dolcezza della melodia, la perfezione degli arrangiamenti, la superba interpretazione del rosso ha fatto tutta la differenza del mondo: del resto il brano è un caso raro dove la cover (quella dei Simply Red che raggiunse la numero uno delle classifiche in tutto il mondo nel 1989) è migliore dell’originale (quella di Harold Melvin & the Blue Notes del 1972). Un caso simile era successo decenni prima a “Twist and Shout” dei Beatles, che avevano portato al successo mondiale un brano (quasi oscuro fino ad allora) di The Isley Brothers.

La meritata standing ovation finale del pubblico, accorso da tutta Italia, ha chiuso l’emozionante ed indimenticabile serata. Per la gioia dei fan più affezionati, la band ha puntato su una scaletta formata dai suoi principali brani storici, una sorta di concerto tipo “Best Of” pur avendo il tour il titolo dell’ultimo album “Blue Eyed Soul”, dove poco spazio è stato dato ai brani più recenti. Dopo tanta attesa, i fan si aspettavano probabilmente proprio una serata di questo tipo. Del resto c’è da dire anche che il loro repertorio è davvero infinito, basti pensare che, nonostante le due ore dei loro successi più importanti, altri brani storici e notevolissimi non hanno trovato spazio, come ad esempio The Right Thing, Infidelity e I Wan’t Feel Bad, tratti dal loro secondo album Men and Women.

Il gruppo presente ad Assago era così composto: oltre ai due storici membri come il cantante Mick Hucknall e il sassofonista Ian Kirkham, al basso c’era Steve Lewinson (che simpaticamente Mick – durante la presentazione – l’ha definito “Supeman” in quanto l’unico della band che non ha mai preso il Covid!), alla chitarra il giapponese Kenji Suzuki, Kevin Robinson ai fiati, Dave Clayton alle tastiere e Roman Roth alla batteria.
Un’ottima band anche se non può essere paragonata con l’originale dei tempi d’oro, come ad esempio quella che suonò ad un memorabile Montreux Jazz Festival nel 1992 quali ospiti d’onore, formata, oltre che da Mick Hucknall alla voce e Ian Kirkham al sassofono, dal talentuoso Fritz McIntyre alle tastiere (che così tanto ha contribuito al caratteristico sound del gruppo), il virtuoso chitarrista brasiliano Heitor T. Pereira, Tim Kellet ai fiati, Chris Joyce alla batteria e Tony Bowers al basso (quest’ultimo, come Mick, ama particolarmente l’Italia avendo preso una casa all’isola d’Elba!).

Ma i Simply Red sono sempre i Simply Red grazie al forte carisma del “rosso” (un vero fuoriclasse) che è rimasto immutato, pur essendo trascorsi oltre 35 anni dalla loro entrata in scena nel panorama della migliore musica mondiale.

Lunga vita ai Simply Red!

Antonio Pezzullo