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Massimo Di Quirico

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Gli scritti di Antonio Pezzullo








Pino Daniele

di Antonio Pezzullo


PINO DANIELE: l'uomo in blues, il lazzaro felice!


     A 6 anni dalla scomparsa di Pino Daniele, la "pillola" musicale di oggi è dedicata ad uno dei più grandi musicisti italiani di sempre! Mi piace ricordarlo con un pezzo iconico del "primo" Pino Daniele, il più amato.

     Il pezzo in questione è "Ue Man" e racchiude l'essenza del "blues secondo Pino"! Il brano è tratto dal suo secondo LP "Pino Daniele". Il testo è un originalissimo mix di inglese e napoletano e racconta un fenomeno sociale che era tipico della sua Napoli degli anni settanta, dove lo sbarco dei marinai americani dalle portaerei ancorate nel golfo era vista dagli abitanti del quartiere porto come un'opportunità di fare "affari" di ogni genere e di sbarcare il lunario. La canzone è stata successivamente utilizzata dall'attore Alessandro Siani come colonna sonora del suo film di successo "Il principe abusivo".

     Per capire come sia stato importante il "blues" come fonte d'ispirazione del grande artista, occorre fare un accenno alla sua biografia. Nato nel quartiere "Porto" di Napoli, Pino restò affascinato sin da ragazzo dalla musica che veniva d'oltreoceano, soprattutto da quel "blues" che ascoltava nei numerosi locali americani presenti nel proprio quartiere. La sua prima significativa esperienza musicale fu la fondazione del complesso "Batracomiomachia", di cui facevano parte giovani musicisti napoletani che sarebbero diventati anch'essi famosi come Enzo Avitabile, Rosario Jermano e Rino Zurzolo. Nel 1975 il gruppo suonò nel primo disco solista di Mario Musella, celebre ex cantante degli Showmen. Pino apprese molto dalla forte personalità di Mario, che era un eccellente bassista e soprattutto aveva una voce potente e melodiosa, che cantava anche brani in inglese. Dopo essere entrato come bassista nel gruppo "Napoli Centrale" di J. Senese, verso la fine degli anni settanta Pino iniziò la sua carriere solista.

     Ispirato dalla sublime tecnica di chitarrista blues di uno dei suoi idoli (George Benson), con l'utilizzo sistematico della lingua napoletana nei suoi testi, mischiando il blues con gli altri svariati generi musicali come il jazz, il funky ed il rock, infine attingendo anche al tradizionale patrimonio musicale napoletano, Pino creò a poco a poco uno stile personalissimo che portò una ventata di originalità e freschezza nella musica italiana a cavallo tra gli anni settanta ed ottanta.

     I napoletani amano soprattutto i suoi primi LP dove Pino, rivoluzionario e ribelle, canta prevalentemente in "lingua" utilizzando spesso e volentieri anche l'inglese. In questi primi mitici LP, le tematiche prevalenti delle sue canzoni sono per lo più a sfondo di denuncia sociale, come appunto in "Ue Man". Si avvale di un gruppo di talentuosi musicisti partenopei che faranno scuola, creando la cosiddetta "Napolitan power": James Senese, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Ernesto Vitolo, Enzo Avitabile, Gigi De Rienzo, ecc.

     Già nel suo primo LP "Terra mia" troviamo alcuni capolavori giovanili di denuncia come Terra Mia e Napule è: quest'ultima sarebbe diventata successivamente un inno generazionale della nuova napoletanità. Splendido è anche il secondo lavoro "Pino Daniele", dove troviamo brani come Ue Man, Chillo è nu buono guaglione, Chi tene 'o mare, Je so pazzo, ecc. che trattano molte tematiche sociali come l'arte di arrangiarsi, l'omosessualità, la rassegnazione ma anche la ribellione contro la rassegnazione.

     I successivi tre dischi sono - a parere di chi scrive - i suoi capolavori assoluti: "Nero a metà" (dedicato alla memoria dell'amico cantante Mario Musella degli Showman, scomparso prematuramente) presenta brani iconici come Quanno chiove, Musica musica, Nun me scuccià, A testa in giù, Voglio di più, Appocundria, Alleria, ecc. E' considerato uno degli LP più belli della musica italiana: secondo la prestigiosa rivista Rolling Stone Italia è al numero 17 dei 100 dischi più belli di sempre della musica italiana.
     Il successivo "Vai mò" è un altro disco meraviglioso, che si apre con quattro capolavori di fila come Che te ne fotte, Yes I know my way (uno dei suoi brani più noti), Notte che se ne va e Viento e terra, per poi chiudere il disco con l'emozionante E' sempe sera, una vera e propria emozione in musica dove l'autore ricorda le vittime del grande terremoto dell'Irpinia del 1980.
"Bella mbriana" è forse il capolavoro più complesso e maturo. Ci sono brani mitici come Annarè, Tutta n'ata storia, Bella 'mbriana, Io vivo come te, Tarumbò e soprattutto Toledo, un brano strumentale dedicato alla strada principale della sua Napoli, che vede l'indimenticabile duetto tra la magnifica chitarra elettrica di Pino ed il sublime sax di Wayne Shorter, mentre i vari Tullio De Piscopo alla batteria, Tony Esposito alle percussioni, Joe Amoruso alle tastiere ed Alphonso Johnson al basso li supportano con grandissima classe. Questo è il primo disco dove Pino inizia a collaborare ed a suonare con musicisti di caratura mondiale, come Wayne Shorter e Alphonso Johnson dei Wheather Report. Ne esce fuori un disco eccelso e memorabile.

     Il disco successivo "Musicante" è ancora un ottimo disco dove grazie alle nuove sonorità arabeggianti ed africane l'artista getta i primi semi italiani della futura "world music", come nei brani Keep on Movin', Just in Me, Io ci Sarò. La stupenda ballata Lazzari Felici chiude magistralmente il disco, diventando un brano iconico, tra i più sensibili composti dal grande artista.
L'album "Ferry boat" chiude l'epoca del Pino "prima maniera", con discreti brani come la track list, Sarà, Che ore sò, che tra l'altro vede l'apporto al sax del grande Gato Barbieri.

     Dal successivo album "Bonne Soirèe", Pino gradualmente si evolve, canta sempre più spesso in italiano. Mascalzone Latino, Un uomo in blues, Che Dio Ti benedica sono ottimi dischi, che vedono nascere altri capolavori come Anna verrà, 'O Scarrafone, Sicily (in collaborazione col grande pianista Chick Corea), Allora si, Qualcosa arriverà e Quando, quest'ultime due celebrate colonne sonore dei film dell'amico di sempre Massimo Troisi.
Negli anni novanta, soprattutto dopo la morte di Troisi avvenuta nel 1994, Pino prende una svolta decisamente romantica e pop, canta ormai prevalentemente in italiano ed ottiene un grande successo commerciale in tutta la penisola, grazie agli album Non calpestare i fiori nel deserto, Dimmi cosa succede sulla terra e successivi. Creerà molti brani che lo porteranno spesso a scalare le classifiche italiane come Io per lei, Se mi vuoi, Dubbi non ho, Che male c'è, ecc. ma non troviamo più quella purezza dell'ispirazione degli esordi.

     La prematura e tragica fine del "Lazzaro felice" avvenuta il 4 gennaio del 2015 ci ha lasciato un vuoto incolmabile. Pino Daniele è stato un artista immenso che ogni amante della buona musica dovrebbe assolutamente conoscere!
     Ciao Pino, quanto ci manchi!

Antonio Pezzullo